Alitalia ai cinesi, come Inter e Milan?

Ci sono occhi cinesi puntati su Alitalia.

Luigi Gubitosi veste i panni di Marco Polo per trovare compratori per la sofferente compagnia. La speranza è che, dopo l’Inter e il Milan, i cinesi si interessino anche ad Alitalia.

Il coordinatore dei tre commissari questa settimana volerà in Estremo Oriente, secondo quanto appreso da Poteri Deboli. La prima tappa è la Corea del Sud, poi Gubitosi andrà in Cina.

L’obiettivo, secondo indiscrezioni, potrebbe essere quello di sviluppare contatti con alcune grandi compagnie cinesi per approfondire se c’è interesse all’acquisto di Alitalia.

Ai commissari sono arrivate 33 manifestazioni d’interesse entro il termine del 5 giugno. I nomi dei soggetti che si sono proposti non sono stati resi noti. Solo oggi si apre la seconda fase della procedura, con la selezione dei pretendenti. Secondo voci, i promossi non sarebbero più di dieci, al massimo una dozzina.

Oggi la lista dei promossi

Oggi “i commissari straordinari procederanno ad inviare _ secondo quanto annunciato dalla compagnia venerdì scorso _ le lettere di procedura ai soggetti che hanno manifestato interesse e che rispondono ai requisiti previsti dal bando pubblicato lo scorso 17 maggio. I soggetti ammessi a tale ulteriore fase procedurale _ ha detto Alitalia _ avranno così accesso alla data room con le informazioni necessarie per presentare proposte non vincolanti sulla base delle quali i commissari straordinari definiranno il programma dell’amministrazione straordinaria. Le proposte dovranno pervenire entro il termine del prossimo 21 luglio”.

La lista degli ammessi alla seconda fase non verrà resa nota. Tra chi ha manifestato interesse ci sono le maggiori compagnie europee, Lufthansa, Air France-Klm e, parrebbe, anche British Airways, le due grandi low cost, Ryanair e easyJet. In pista anche l’americana Delta, l’emiratina Etihad e ad alcuni fondi anglosassoni.

E, misteriosi, indecifrabili, i cinesi. L’interesse potenziale delle compagnie cinesi è stato confermato a Poteri Deboli da autorevoli fonti internazionali durante l’assemblea della Iata svoltasi in Messico, a Cancun, all’inizio di giugno.

Gubitosi era volato anche a Cancun, per incontrare il vertice di Delta e sondare altri possibili compratori tra i grandi del settore. I cinesi, secondo indiscrezioni, potrebbero essere disponibili a investire grandi capitali nell’aviazione, come hanno già fatto comprando aziende importanti in Europa e in Italia.

 

I cinesi hanno conquistato la Pirelli e le squadre di calcio Inter e (con qualche grosso punto di domanda, perché c’è lo schermo di società lussemburghesi) forse Milan. In questo caso il finanziamento decisivo di 300 milioni è arrivato dal fondo americano Elliott, che ha ottenuto tra le garanzie il pegno sulle azioni del Milan e, se non verrà rimborsato entro 18 mesi, diventerà proprietario del club.

La prosperosa Hainan Airlines

Secondo voci raccolte a Cancun, per Alitalia ci potrebbe essere soprattutto l’interesse di Hainan Airlines, la più grande compagnia privata cinese, che fa già un volo diretto tra Roma e Xi’an. Basata nell’omonima isola turistica di Hainan, la compagnia fa capo alla holding Hna, che ha molti interessi anche nel turismo e nel gioco.

Un dirigente di Hainan Airlines, che abbiamo interpellato a Cancun, non ha voluto commentare se la compagnia avesse o meno inviato una manifestazione d’interesse ai commissari. Altri potenziali interessati sarebbero China Eastern e China Southern.

Per tutti questi vettori nell’operazione ci sarebbe però un ostacolo che i cinesi faticano a comprendere. Le mire espansionistiche dei cinesi sarebbero ostacolate dal tetto del 49,9% agli investimenti di soggetti extra-europei in vigore nell’Unione europa. Tetto che è stato confermato all’inizio di giugno dalla Commissione di Bruxelles.

Ostacoli

Se i soci extra-Ue superassero il 50% del capitale, la compagnia non sarebbe più considerata comunitaria e allora addio diritti di traffico all’interno della Ue, ma anche in diversi casi tra il paese di appartenenza o la Ue e Stati terzi. In sostanza i cinesi, se davvero volessero andare fino in fondo, dovrebbero trovare partner della Ue con i quali allearsi e rimanere sotto il 50% del capitale. Ma questo va contro la loro abitudine di prendersi tutto il piatto.

Per ora sono solo ipotesi. La strada dei commissari-venditori è in salita. Lo dimostra anche il ritardo nell’apertura della data room ai pretendenti. La “camera” dei dati verrà aperta solo nei prossimi giorni, mentre inizialmente era stato fatto trapelare che sarebbe stata aperta intorno al 15 o al massimo il 20 giugno.

L’ipotesi più accreditata è che gli interessi siano diretti solo a pezzi di attività, gli slot aeroportuali, le rotte più lucrose, ma solo una parte del personale e della flotta, nella migliore delle ipotesi. Si profila insomma l’ipotesi dello spezzatino, a meno di un miracolo.

Gubitosi parlando delle rotte a lungo raggio ha detto che “le grandi cifre” arriveranno d’ora in poi soprattutto dall’Estremo Oriente, a partire da Cina, Corea e Giappone.

I viaggi ad Abu Dhabi

La visita in Oriente non significa che ci sia una preferenza per i cinesi. I tre commissari devono mantenere un atteggiamento imparziale di fronte a chi manifesta interesse. Si racconta che siano molto attenti gli arabi di Etihad, malgrado l’azzeramento della loro quota azionaria del 49% in seguito al commissariamento della compagnia per insolvenza.

Fonti autorevoli riferiscono che Gubitosi è stato due volte ad Abu Dhabi, in casa degli emiratini, nelle ultime due settimane. E in uno dei due viaggi era accompagnato da Carlo Calenda, il ministro dello Sviluppo economico che sovrintende alla procedura di amministrazione straordinaria e ha nominato i tre commissari. I viaggi sono rimasti segreti e cosa siano andati a fare Gubitosi e Calenda non è noto. Ma non è difficile immaginare che la visita sia collegata alla procedura di vendita di Alitalia.

L’uscita di Schisano

La notizia più rilevante degli ultimi giorni in Alitalia è stato il siluramento di Giancarlo Schisano, che da 12 anni era direttore operazioni. L’uomo incaricato di far volare gli aerei. Inviso ai sindacati, soprattutto ai naviganti, che hanno esultato per la sua uscita. Le ragioni dell’uscita, ufficialmente si parla di “dimissioni”, non sono state chiarite. Ma si sa che c’è stato un contrasto con Gubitosi.

Adesso però scatta la cassa integrazione all’interno della compagnia. E’ prevista per 1.358 dipendenti, dei quali 317 a zero ore. I conti rimangono in rosso, la media è di due milioni di perdite al giorno.

Il mistero del bilancio 2016

E rimane il mistero del bilancio 2016. I dati di consuntivo esistono all’interno dell’azienda ma non vengono diffusi. Il cda precedente, presieduto da Luca Cordero di Montezemolo, nel quale c’era anche Gubitosi come consigliere e presidente designato, a condizione che i lavoratori nel referendum approvassero i tagli al costo del personale, non ha ufficializzato il bilancio, probabilmente per l’imbarazzo di presentare conti disastrosi, con oltre 600 milioni di perdite di gestione. Ma c’era anche il problema di come valutare la continuità aziendale e fare l’impairment test, cioè verificare se c’erano svalutazioni di attività e dell’azienda.

Neppure Gubitosi e gli altri due commissari, Enrico Laghi e Stefano Paleari, hanno però intenzione di pubblicare i conti del 2016. Non sono obbligati, almeno così mandano a dire. A quanto pare, i conti scottano.

La trasparenza, però, è un’altra cosa. Secondo voci che circolano all’interno della compagnia, chissà che alla fine non ci pensino la Guardia di finanza o la magistratura a fare un po’ di luce sui conti e sugli strani affari dell’Alitalia.

Il contratto con Bedek

Tra l’altro si torna a parlare del contratto con l’israeliana Bedek Aviation per la manutenzione dei motori. Un contratto da favola, si racconta, con costi superiori ai valori di mercato. Chi ci ha guadagnato?

Forse anche per questo Alitalia rimane una delle poche compagnie al mondo con i conti in rosso mentre l’aviazione fa profitti da record.