Alitalia, i soldi dei contribuenti e gli “accadimenti” di Calenda

La vendita di Alitalia è rinviata. Entro domani devono essere depositate le offerte vincolanti di vendita per le parti della compagnia. Si possono fare offerte per il Lotto Aviation o il Lotto Handling, mentre non ci sarebbero offerte per l’intero perimetro. Ma il governo ha già deciso, con il decreto di venerdì, che la vendita non dovrà più concludersi entro il mese prossimo, bensì entro fine aprile 2018.

Vendita rinviata a dopo le elezioni

In mezzo ci sono le elezioni politiche. Pertanto né il segretario del Pd Matteo Renzi _ il quale durante la gestione Etihad-Montezemolo aveva detto che Alitalia era salva (nella foto sopra a Fiumicino)_ né il premier Paolo Gentiloni vogliono presentarsi in campagna elettorale con la responsabilità di aver autorizzato lo spezzatino di Alitalia e di aver creato da 5mila a 8mila disoccupati, sugli 11mila dipendenti di Alitalia. Questo rinvio costa altri 300 milioni di euro denaro pubblico che verrà “prestato” ad Alitalia. E costa anche la mancata restituzione del “prestito” di 600 milioni, concesso il 2 maggio scorso. Avrebbe dovuto essere restituito, con gli interessi, entro la fine di questo mese. La scadenza è stata spostata al 30 settembre 2018. A quel punto Alitalia dovrebbe restituire circa un miliardo.

Patrioti. Silvio Berlusconi nel 2008 organizzò la cordata dei Capitani coraggiosi, li chiamò “patrioti”.

Il prestito ponte di Prodi e Berlusconi

Il governo continua a chiamarlo “prestito ponte”, ma tutti sanno che molto probabilmente non potrà essere restituito. Per gli smemorati, ricordiamo che un altro “prestito ponte” non è mai stato restituito. Quello di 300 milioni concesso nel maggio 2008 ad Alitalia dal governo di Romano Prodi. Lo concordò con il nascente esecutivo di Silvio Berlusconi. Il prestito servì a tenere a galla Alitalia mentre si formava la cordata dei “patrioti” chiamati da Berlusconi a rilevare le spoglie di Alitalia (anziché venderla a Air France-Klm). I debiti rimasero nella bad company, cioè sulle spalle dei piccoli azionisti e dei contribuenti.

La versione di Calenda

C’è una contraddizione nelle dichiarazioni del ministero dello Sviluppo economico di Carlo Calenda. Leggiamo la nota con la quale il ministero ha motivato l’aumento del prestito statale e la “proroga tecnica” del termine per la vendita.

“La gara è in corso – ha detto il ministero di Calenda – e sta per scadere il termine per la presentazione delle offerte. La legge vigente prevede che l’aggiudicazione avvenga ai primi del mese di novembre. In questo quadro, si rende opportuna una proroga tecnica, fino al 30 aprile 2018, del termine per la conclusione della gara, tenuto conto che: a) il procedimento si è svolto in un contesto caratterizzato da una serie di accadimenti straordinari nell’ambito del settore del trasporto aereo, quali il dissesto di Air Berlin, il fallimento di Monarch Airlines e la crisi operativa di Ryan Air, che stanno modificando le dinamiche strategiche del settore; b) è presumibile che si renda necessario un tempo più lungo di trattativa per finalizzare al meglio le proposte degli interessati, in particolare nel caso in cui le offerte non siano corrispondenti al bando di gara; c) l’imminente scadenza del termine indebolisce il potere contrattuale della amministrazione straordinaria che avrebbe meno di un mese per concludere il negoziato”.

Accadimenti straordinari. Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico

 

Il fallimento di Monarch e Air Berlin

Il Mise fa riferimento ad “accadimenti straordinari” per il trasporto aereo. Ebbene, il fallimento di Air Berlin e Monarch e la “crisi operativa” di Ryanair dovrebbero aver fatto bene ad Alitalia. Perché si è ridotta la capacità sul mercato, quindi ci sono più spazi per gli altri vettori. Alitalia compresa, sempre che chi la gestisce sappia cosa fare. I tre commissari, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi, Stefano Paleari, non sono esperti di trasporto aereo.

I conti di Alitalia dovrebbero beneficiare un po’ della riduzione di concorrenza. Invece la compagnia “tira” altri soldi  con il nuovo “prestito”. Certamente questi “accadimenti straordinari” non hanno impedito che in Germania venisse ceduta a Lufthansa circa metà di Air Berlin, con un’operazione lampo. O gli “accadimenti straordinari” paventati da Calenda valgono solo per l’Italia e Alitalia?

Vendita lampo. Lufthansa i l12 ottobre ha annunciato l’acquisto di circa metà di Air Berlin.

Domande a Gubitosi & C.

Ci piacerebbe che Gubitosi e gli altri commissari dicessero, in trasparenza, cosa sta facendo di nuovo Alitalia e come vanno i conti. Proviamo a dare una spiegazione, da quanto abbiamo capito: (1) i conti di Alitalia, che prima del commissariamento perdeva 600-650 milioni l’anno, devono essere così malmessi che, senza i 300 milioni ulteriori di sussidio statale, i voli sarebbero a rischio; (2) il governo sa che non ci sono offerte che non siano un drastico spezzatino. E questo sarebbe politicamente difficile da accettare. Ma cosa succederà dopo le elezioni?

Vorremmo essere smentiti, ci piacerebbe che Alitalia fosse finalmente una compagnia ben gestita, con servizi efficienti, tariffe competitive, con un aumento dei collegamenti diretti a lungo raggio di cui un paese come l’Italia è carente. Ma temiamo che dovremo ancora aspettare per vedere questi risultati.

Al timone. I commissari di Alitalia, Gubitosi, Paleari , Laghi (la scritta Laghi è scambiata con Paleari)

 

Il Tar salva i commissari

Intanto è stata prorogata si sei mesi anche la cassa integrazione per i lavoratori di Alitalia. La cigs non tocca invece i tre commissari. Anzi, Gubitosi, Laghi e Paleari possono festeggiare.

Il 13 ottobre il Tar del Lazio ha respinto il ricorso del Codacons contro il commissariamento di Alitalia e la nomina dei tre commissari. Respinta la richiesta di sospendere la nomina. Tutto rimandato almeno fino al 17 gennaio, quando al Tar ci sarà l’udienza di merito.

Per Gubitosi, Laghi e Paleari scampato pericolo. Alitalia, i suoi lavoratori e i contribuenti possono dire altrettanto?