Alitalia, il Tar tiene con il fiato sospeso Gubitosi & C./1

C’è un giudizio atteso da più di 40 giorni che tiene con il fiato sospeso i tre potenti commissari di Alitalia: Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Per conoscerlo si dovrà probabilmente aspettare dopo le elezioni.

Un altro rinvio sulla partita della sofferente Alitalia. E non parlo della decisione che interessa i 12mila lavoratori dell’aviolinea, cioè la loro sorte e chi eventualmente comprerà l’attività di volo. Alitalia è in vendita, ma di fatto priva di reali compratori (se non per alcuni pezzi di attività e con un esito che lascerebbe senza lavoro da 4mila a 6mila dipenenti).

Qui parlo invece della decisione sulla legittmità della nomina dei tre commissari in carica da quasi dieci mesi, il trio Gubitosi (coordinatore), Laghi, Paleari.

Il ricorso Codacons

La nomina, fatta dal governo il 2 maggio 2017, con un decreto del ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, è stata contestata dal M5S e con un ricorso al Tar dal Codacons insieme  all’Associazione utenti trasporto aereo marittimo e ferroviario. Il Tar del Lazio ha tenuto un’udienza l’11 ottobre 2017 per decidere sulla richiesta di sospensiva del decreto di nomina e ha rimandato tutto all’udienza in cui avrebbe discusso il merito della causa. Quest’udienza si è svolta il 17 gennaio scorso. Poi i giudici si sono riservato di decidere. Ma fino ad oggi non si è più saputo nulla.
Commissari. Da sinistra: Enrico Laghi, Luigi Gubitosi e Stefano Paleari

Il decreto Passera

Il punto di riferimento principale del ricorso al Tar contro la nomina di questi commissari è un decreto ministeriale firmato da Corrado Passera nel 2013, durante il governo Monti. Il decreto del 10 aprile 2013, firmato dall’allora ministro dello Sviluppo Passera, dice all’articolo 4: “Non può essere nominato commissario giudiziale o commissario straordinario: a) chi ha esercitato funzioni di amministrazione, direzione o controllo nell’impresa insolvente ovvero si è in qualsiasi modo ingerito nella medesima; (…) d) chi, nei due anni anteriori alla dichiarazione dello stato di insolvenza, ha prestato a qualunque titolo la sua attività professionale a favore dell’impresa insolvente”.

Le cariche di Laghi

Le contestazioni del Codacons riguardano soprattutto Enrico Laghi, commercialista e docente universitario alla Sapienza di Roma, con numerosi incarichi. Laghi è un commercialista molto stimato, a giudicare dalla quantità di incarichi che ricopre. Valutatore di aziende, perito per il Tribunale, Laghi è anche commissario del gruppo siderurgico Ilva, presidente dell’immobiliare Beni Stabili, società quotata in Borsa che fa capo a Leonardo Del Vecchio, presidente del collegio sindacale di Acea (voluto da Francesco Gaetano Caltagirone), revisore dei conti del Coni, consigliere di amministrazione di Burgo Group e di B4 Holding Srl. Stimato e molto ben ammanicato, si potrebbe dire.

Parere. Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione

L’accusa di incompatibilità per conflitto d’interesse

L’accusa di incompatibilità nasce dal fatto che, fino al commissariamento, Laghi era presidente di Midco, la società che controllava il 51% dell’Alitalia-Sai commissariata. Inoltre Laghi era consigliere di amministrazione di Cai, la vecchia Alitalia dei Capitani coraggiosi berlusconiani nata nel 2008, detentrice del 100% di Midco. Secondo il Codacons questo violerebbe il decreto dell’ex ministro Passera del 2013 che vieta la nomina di chi si sia “ingerito” nella gestione dell’impresa insolvente.

Laghi si è opposto alla richiesta di trasparenza sugli incarichi presentata al ministero di Calenda dal deputato M5S Davide Crippa. Come Poteri Deboli ha già riferito in un articolo del 10 ottobre 2017, Laghi ha autorizzato solo la pubblicazione di una striminziata autocertificazione in cui afferma di non avere alcun conflitto d’interesse e che “non sussistono le cause impeditive e di incompatibilità” del decreto Passera.

Il parere dell’Anac

C’è anche un parere espresso dall’Anac, l’autorità anticorruzione, che inchioda Laghi. Investita della questione dal M5S, l’Anac di Raffaele Cantone si è dichiarata non competente a decidere. Ma in una delibera del 28 giugno 2017 ha espresso comunque un giudizio su Laghi, affermando che come presidente di Midco Laghi aveva “amplissimi poteri gestionali”, “per cui pare difficile che nello svolgimento di tale ruolo, lo stesso commissario non abbia mai “… preso parte o si sia comunque ingerito nella gestione che ha portato al dissesto dell’impresa (…)” “.

Laghi si è dimesso da presidente della Midco e da consigliere Cai dopo essere stato chiamato a fare il commissario di Alitalia. Dalle visure nella banca dati Cerved risulta che è stato consigliere della Cai fino al 25 maggio 2017 e presidente di Midco fino al 20 giugno dell’anno scorso.  All’epoca della nomina era anche sindaco effettivo di Unicredit, uno dei maggiori creditori di Alitalia, lo è stato fino al 22 maggio 2017.

Nel prossimo articolo Poteri Deboli vi racconterà le contestazioni ai tre commissari, le loro difese, lo stato della causa, insieme a quello della partita Alitalia.