Flammini: “Socio di Di Murro, ma non c’entro con Vitrociset”

“Sono socio di Antonio Di Murro. Ma non c’entro con Vitrociset“. Maurizio Flammini, l’ex pilota di automobilismo che ha sviluppato un’attività imprenditoriale soprattutto nel marketing sportivo, culminata nel tentativo di organizzare un gran premio di Formula Uno a Roma, spiega a Poteri Deboli la sua posizione nella misteriosa vicenda della vendita Vitrociset.

Dalla Formula Due ai cacciabombardieri

Maurizio Flammini (nella foto in alto è il secondo da destra), ex campione di Formula Due, parla della sua attività e dei rapporti con Di Murro, l’abruzzese che il 13 novembre ha annunciato di aver “definito” un accordo con Edoarda Crociani e la figlia Camilla per comprare Vitrociset, l’azienda che opera nella difesa, sicurezza, spazio. Camilla Crociani però ha smentito la cessione e ha replicato che Di Murro “ha dimenticato un piccolo particolare, di pagare il prezzo”.

Come andrà a finire la vicenda Vitrociset non lo sappiamo. In ogni caso una cessione, a chiunque, dovrebbe essere autorizzata dal governo che ha i poteri speciali sulle aziende strategiche con  il “golden power”, come ha fatto notare il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in una dichiarazione apparsa a molti un po’ affrettata, perché non risulta sia depositato alcun contratto di compravendita.

Intanto l’incertezza non fa bene all’azienda, che è tra l’altro fornitrice delle forze armate italiane e di altri paesi, della Nato, dell’agenzia spaziale europea e collabora con Lockheed Martin per la costruzione di apparati di supporto per il cacciabombardiere F-35.

Famiglia Crociani divisa dalla lite sul patrimonio

La vicenda si accavalla a un contenzioso nella famiglia Crociani sulla spartizione del ricchissimo patrimonio lasciato da Camillo Crociani, morto nel 1980 in Messico, dove si era rifugiato per evitare l’arresto dopo lo scandalo Lockheed, condannato per corruzione. La secondogenita, Cristiana, ha fatto causa alla madre Edoarda e alla sorella maggiore Camilla. Cristiana le accusa di averle sottratto le quote che le spettano del patrimonio ereditario,  che erano dentro un trust. In settembre la “Royal Court” di Jersey ha dato ragione a Cristiana. Camilla ha impugnato la sentenza.

Duello in famiglia. Camilla Crociani sostiene di essere l’unica proprietaria di Vitrociset

Ha gestito Moto Gp e Superbike

Flammini, che abbiamo incontrato nella sede della sua società sulla via Laurentina a Roma, nei pressi del quartiere Eur, guida la Flammini Group Holding Spa (Fg Holding), la ex Flammini Racing, società nata nel 1975. Le attività sono molto ridimensionate rispetto ai tempi in cui _ racconta _ “è stata la terza società al mondo negli sport del motore”. Cita spesso i rapporti con “Bernie”, cioè Ecclestone, l’ex patron della Formula Uno. “Abbiamo gestito il campionato di Moto Gp per dieci anni, abbiamo creato e gestito il campionato Superbike per 26 anni”, poi quest’attività è stata ceduta a Dorna.

Attività ridimensionate

“Il gruppo è arrivato ad avere 360 dipendenti. Abbiamo sempre versato i contributi previdenziali e le tasse, non tutte le imprese lo fanno”, sottolinea Flammini, che è stato anche presidente di Federlazio. “In 40 anni non abbiamo mai licenziato nessuno. In seguito alla crisi dopo il 2008 abbiamo ceduto dei rami d’azienda con i dipendenti. La Flammini Group non è mai fallita“, puntualizza, rispetto a voci circolate intorno all’operazione Di Murro-Vitrociset. “Oggi abbiamo circa 30 dipendenti nella sede e 20 nel Tecnopolo tiburtino”.

Alemanno e la Formula Uno all’Eur

“La politica miope non ci ha fatto organizzare il gran premio di F1 a Roma”, osserva Flammini. Il progetto fu presentato _ ricorda _ alla giunta di destra del sindaco Gianni Alemanno, “ci furono divisioni nella destra, una forte opposizione degli ambientalisti, mentre con la sinistra il dialogo era positivo”. Il progetto, che prevedeva di realizzare un circuito tra i marmi dell’Eur, si è definitivamente arenato nel 2011.

Niente Formula uno. Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma

Bilanci in rosso

La Fg Holding “ha un patrimonio netto molto importante, pari a 1,94 milioni e detiene proprietà immobiliari consistenti”, afferma Flammini. Il bilancio 2016 tuttavia mostra che i risultati sono negativi e la holding è praticamente inattiva. I ricavi negli ultimi tre anni sono 165.030 euro nel 2014, 96.000 nel 2015 e altrettanti nel 2016. Il costo del personale è sui 100mila euro l’anno. Il risultato netto di bilancio è in pesante perdita: -2,08 milioni nel 2014, -3,5 milioni nel 2015, -1,6 milioni nel 2016.

A fine 2016 Fg Holding aveva un attivo netto di 9,13 milioni, in larga parte immobilizzazioni in immobili e partecipazioni. Le partecipazioni iscritte nel bilancio sono sette: le più importanti sono Gusp Srl e Fgpi Srl, società proprietarie di immobili (la sede all’Eur e il Tecnopolo tiburtino). Tra le altre c’è il 15,38% di Lazio Green Energy Spa, “iniziativa di un socio di Federlazio per celle solari ad alto rendimento, ma è un progetto ancora in evoluzione”.

Attività a Londra

Flammini racconta che da quattro anni ha spostato l’attenzione a Londra, dove ha anche la residenza. “Abbiamo reinvestito in Gran Bretagna e Stati Uniti. Ho il controllo insieme a un caro amico della società di comunicazione per la moda Spring, ha 224 dipendenti tra Londra e New York. L’anno scorso ha fatturato 72 milioni, i risultati sono positivi. Vorremmo rientrare a fare attività in Italia, abbiamo un progetto nelle alte tecnologie e nei servizi”.

Golden power. Roberta Pinotti, ministro della Difesa

I contatti con Di Murro

E veniamo a Di Murro. Il punto di contatto tra Flammini e il misterioso imprenditore, nato ad Avezzano nel 1943, è la Fg Tecnopolo Holding Srl. “Una società creata dal nostro gruppo nel 2007 _ spiega Flammini _ per sviluppare un polo tecnologico nei servizi ingegneristici”. La società è in un grande immobile nel polo Tiburtino, la zona industriale a Est di Roma.

“Nel 2008 tra i nostri dipendenti e gli associati l’immobile ospitava 250 persone”, dice Flammini. “Ho investito 4 milioni di euro, Purtroppo per la crisi negli ultimi otto anni le cose nei servizi ingegneristici sono andate male. La società ha consumato molto del suo capitale ma non è assolutamente fallita. Tre anni fa si è presentato Di Murro, si è accreditato con alcuni manager del settore tecnologico, ha promesso di investire una somma consistente. La società era in difficoltà, ci ha convinto a cedergli il 51%, il resto è della nostra famiglia”. Flammini detiene il 24,5 per cento.

“Non ha mai versato un euro”

La Fg Tecnopolo Holding però non è stata rilanciata, “il Tecnopolo oggi è fermo”. “Un anno e mezzo fa Di Murro si era impegnato a mettere 1,1 milioni di capitale per avere il 51% delle quote. Questi soldi però non sono mai stati versati. Da tre anni Di Murro gestisce la società, la responsabilità è sua, a noi non ha mai pagato un euro”, spiega Flammini.

Residente a Montecarlo. Edoarda Crociani, con Michele Vietti

Nessuna garanzia

Possibile che un imprenditore ceda il 51% di una società a uno sconosciuto senza una caparra, senza garanzie? “Non abbiamo garanzie reali sugli impegni assunti da Di Murro. Continuiamo a dargli fiducia, anche se i rapporti non sono più brillantissimi come un anno fa. Comunque né Fg Tecnopolo né noi abbiamo a che fare con Vitrociset. Quella è un’operazione personale di Di Murro”.

Le attese su Vitrociset

Chiediamo a Flammini: cosa sa dei piani di Di Murro su Vitrociset? “A noi Di Murro ha detto che ha i soldi per comprare Vitrociset e pagherà quanto ha pattuito. Ci ha assicurato che appena chiude con Vitrociset metterà i soldi dentro Fg Tecnopolo. Auspichiamo che l’acquisto vada a buon fine, per Di Murro che ha lavorato a lungo e anche per Fg Tecnopolo che, essendo nell’area tecnologica, potrebbe avere ricadute positive da Vitrociset”. E se Di Murro continuerà a non pagare? “Se non pagherà tutti diranno, a torto o a ragione, che è inaffidabile. O magari diranno di peggio”, risponde Flammini.

Le ultime informazioni dicono che Di Murro non ha pagato nemmeno un euro per la Vitrociset. Edoarda e Camilla Crociani, però, a differenza di quanto hanno fatto Flammini e familiari per il Tecnopolo, non hanno ceduto a Di Murro neppure un’azione senza vedere i soldi.