La sfida di Giordo a Praga: jet militari e grandi accordi

Intervista all’ex a.d. di Alenia alla guida di Aero Vodochody

 

Un pilota militare iracheno si avvicina caracollando al jet, sale la scaletta e prende posto sul sedile anteriore.Lo segue, con un’andatura più agile, un pilota boemo che si siede dietro. Pochi minuti dopo il biposto decolla per la missione, un volo di addestramento per l’allievo iracheno.

Siamo a mezz’ora di macchina da Praga, a Nord della città “magica” raccontata da Angelo Maria Ripellino, nella fabbrica che in quasi cent’anni (li farà nel 2019) ha prodotto circa 11.000 aerei. In prevalenza velivoli militari da combattimento e da addestramento, per i paesi dell’ex blocco sovietico e i loro alleati, qui sono stati prodotti anche i Mig sovietici su licenza. Si chiama Aero Vodochody, ci lavorano quasi 2mila persone.

I risultati in Alenia

E’ qui che è approdato, come un cervello in fuga dall’Italia, Giuseppe Giordo, classe 1965, uno dei manager italiani più in vista nell’industria dell’aerospazio e difesa, dopo 25 anni all’Alenia Aeronautica, nel gruppo Finmeccanica (oggi Leonardo). Negli ultimi cinque anni, da amministratore delegato, Giordo ha ottenuto un incremento dei ricavi e degli ordini, con un miglioramento di redditività e del cash flow. Finché a fine marzo 2015, l’allora a.d. di Finmeccanica, Mauro Moretti, lo ha liquidato “con una telefonata di tre minuti”, ci racconta il manager espatriato.

Il contratto Efa-Kuwait

Tra gli atti più significativi del mandato di Giordo all’Alenia, oltre alla rinegoziazione a favore di Alenia dei prezzi per le forniture a Boeing per il 787, c’è stato il ruolo decisivo, a partire dal 2011, nel lungo negoziato con il Kuwait per vendere 28 caccia Eurofighter. E’ la commessa da 7,95 miliardi di euro complessivi, poi firmata da Moretti nell’aprile 2016, che l’ha definita la più importante mai ottenuta dall’ex Finmeccanica (al gruppo spetta il 60% del valore).

Giordo è presidente e amministratore delegato di Aero Vodochody dal 16 maggio 2016. Intorno a sé ha raccolto una mezza dozzina di collaboratori provenienti dall’Alenia, per le funzioni strategiche, un gruppo affiatato e con elevate competenze, che l’industria italiana ha perduto. “La struttura operativa dell’azienda è in mano ai cechi, la struttura di business è in mano agli italiani”, spiega.

Nell’ex fabbrica dei Mig. Giuseppe Giordo, presidente e a.d. di Aero Vodochody (davanti a un Kc390 Embraer)

L’azionista Penta Investments

Giordo racconta i suoi piani in quest’intervista a Poteri Deboli, durante la visita del primo e finora unico giornalista italiano ad Aero Vodochody, a un anno e mezzo dall’insediamento. L’azienda ex statale, che con le privatizzazioni era stata venduta a Boeing, poi rinazionalizzata perché “trascurata” dal gruppo americano, dal 2007 è di proprietà del fondo Penta Investments, gruppo totalmente privato ceco-slovacco, con cinque soci di Praga e Bratislava. Penta opera anche nell’immobiliare, finanza, farmacie, possiede giornali. In totale fa “320 milioni di euro di utile netto all’anno”, ci dice Giordo.

“L’azienda lavorava su tantissimi programmi, sbilanciata sulle aerostrutture e meno su prodotti proprietari. Dopo 60 giorni _ spiega Giordo _ ho presentato agli azionisti un piano strategico a sette anni. Ho detto che possiamo rimanere nell’aerospazio a condizione di avere contenuti tecnologici, essere in programmi di successo, che devono portare buoni risultati economico-finanziari, avere un concetto di risk sharing.”

Si punta su due velivoli low cost

Adesso Aero punta a sviluppare la produzione di velivoli militari in due settori di mercato, addestratori e caccia leggeri (“light attack aircraft” o Lca), dai costi di esercizio molto inferiori agli aerei occidentali.

“Quest’azienda quasi centenaria ha prodotto 11.000 aeroplani, un numero molto importante. Alenia ne ha prodotti 5.000. Circa 650 velivoli sono operativi in tutto il mondo, ci sono 60 paesi operatori militari clienti (anche privati). La domanda di aerei militari _ prosegue Giordo _ è cambiata negli ultimi 4-5 anni rispetto al 2011. Siccome molti paesi stanno acquisendo aerei da combattimento di quarta o quinta generazione, come l’F-35 o il Rafale, si sono accorti che hanno bisogno di qualcosa di più piccolo e meno costoso“.

Un’ora di volo 5.000 dollari

Questa necessità riguarda sia le operazioni militari, per l’appoggio delle truppe a terra dopo l’attacco dei caccia pesanti, sia l’addestramento per simulare il combattimento. “Disporre di un piccolo aereo che fa il bersaglio, come l’L-159 di Aero, contro un F-22 o F-35, costa molto meno che impiegare uno di questi caccia come bersaglio: l’L-159 ha un costo per ora di volo di 5.000 dollari, contro i 30.000 dollari di un F-22 e F-35″. Nella foto in apertura un L-159.

Negli Stati Uniti c’è un’azienda privata, Draken International, che vende ore di addestramento alla Us Air Force con i piccoli L-159, utilizzati come bersaglio “contro” gli F-22 o F-35, Draken ne ha 21. “Ci piacerebbe favorire la creazione di una realtà simile anche in Europa, sarebbe un ottimo sbocco per i nostri velivoli”, spiega uno dei collaboratori di Giordo. Per ora è solo un’idea.

Mini-caccia. Un L-39 armato di Aero Vodochody

All’Iraq 12 mini-caccia anti-Isis

E’ una realtà invece il rapporto stretto con l’Aeronautica militare dell’Iraq, che ha 12 L-159, in versione armata “light attack”, due sono biposto per addestramento. La produzione di questi velivoli era cessata nel 2004. La linea di produzione è stata riattivata e ne è già stato prodotto uno per l’Iraq, per dimostrare al mercato la capacità produttiva dell’azienda. “Gli L-159 in Iraq hanno fatto numerose missioni, per combattere l’Isis, sono intatti. Abbiamo 50 persone nella base operativa di Balad, a 150 km da Mosul“, spiega Giordo.

“E’ un aereo sviluppato negli anni Novanta, una specie di Amx con radar. Non ci sono prodotti in competizione nel mondo. Questo è il primo segmento di mercato in cui stiamo incrementando l’attività”. L’ex Alenia ha l’M-346. “Ma il velivolo italiano, ci spiegano a Praga, non ha il radar e non è armato. Ci sono progetti per armarlo, ma ancora non è disponibile”. L’ex Alenia ha annunciato anche l’M-345, in fase di sviluppo. Nella visita scopriamo che l’L-159 monta il radar italiano Grifo, prodotto dal gruppo Leonardo, che costruisce l’aereo M-346, al quale il velivolo ceco va a fare concorrenza.

Primo cliente occidentale dell’L-39Ng

L’altro velivolo su cui punta Giordo è il jet addestratore L-39Ng. “Stiamo per avere il primo cliente occidentale dell’L-39Ng”, dice Giordo. Il primo contratto, “in corso di finalizzazione”, sarà con l’aeronautica ceca, poi dovrebbe esserci il contratto con un paese europeo.

E’ una nuova generazione di un vecchio prodotto di Aero, ce ne sono 600 nel mondo. Quest’aereo, più piccolo dell’L-159, secondo Aero può coprire quasi tutta la fase dell’addestramento dei piloti, dopo quella di base che è fatta con piccoli turboelica fino quasi a quella più avanzata, nella quale può essere impiegato, tra gli altri, l’M-346.

“Per costo-efficacia l’L39Ng non ha concorrenti, neanche il Pc-121 della Pilatus“, dice Giordo. “Tantissimi paesi che si stanno sviluppando nella difesa sono dell’ex blocco comunista. Vorrebbero tecnologie occidentali. Abbiamo preso le migliori tecnologie dell’Est, le abbiamo integrate con sistemi avionici e propulsione occidentali”. I motori sono americani: Honeywell sull’L-159 (“lo stesso motore dell’M-346”), Williams sull’L-39Ng (“lo stesso motore dell’M-345”).

Il primo “Ng” è in produzione, dovrebbe essere completato ad agosto 2018, la certificazione è prevista ai primi di novembre dell’anno prossimo. Intanto Aero offre un “pacchetto di sviluppo” per ammodernare gli L-39 esistenti. I sistemi potranno poi essere smontati e reinstallati sul velivolo nuovo.

Collaborazioni. Un jet C-Series di Bombardier, entrato in servizio con Swiss nel 2016

Accordi internazionali strategici

Le altre azioni sono accordi internazionali su altri prodotti. “Ci sono grandissime imprese aeronautiche internazionali con le quali stiamo facendo accordi strategici, loro potranno utilizzare i nostri prodotti per venderli e noi rappresentiamo queste aziende nel Centro-Est Europa, questo è il nostro mercato di riferimento”, afferma Giordo.

Partner di Embraer e Bombardier

Aero sta rafforzando la partnership con la brasiliana Embraer sull’aereo militare da trasporto tattico Kc390, è già partner industriale dal 2011. Nei capannoni di Aero c’è anche un’importante attività di produzione di aerostrutture, componenti per la cellula di aerei ed elicotteri di altri gruppi.

Appena entriamo vediamo la produzione di componenti dell’ala per i jet C-Series di Bombardier. Un programma che aveva difficoltà finanziarie, ma che adesso, con la decisione di Airbus di prendere la maggioranza azionaria dell’impresa, “è diventato più robusto e vedrà crescere i volumi”, afferma Giordo.

Elicotteri per Sikorsky

L’attività principale nelle aerostrutture è per il costruttore di elicotteri Sikorsky (ora di proprietà di Lockheed Martin). Abbiamo visto che l’intera cellula dell’elicottero civile S-76 è realizzata a Praga, tranne l’avionica e i motori. Le macchine sono spedite negli Stati Uniti via nave. Aero produce anche il cockpit del Black Hawk di Sikorsky, ma a causa delle limitazioni per un programma militare non abbiamo potuto visitare questo reparto.

Elicotteri. Aero produce la cellula dell’elicottero civile S-76 di Sikorsky

I rapporti con l’ex Finmeccanica

C’è anche una produzione per Alenia, Aero fabbrica il cassone alare dell’aereo da trasporto militare C-27J. “Ne produciamo circa 5 all’anno, prima erano 9-10”, ma gli ordini per il velivolo sono diminuiti, spiegano i collaboratori. Ci sono altre collaborazioni con l’ex Finmeccanica? “Siamo usciti dai pannelli dell’Airbus 321”, risponde Giordo. Non lo dice, ma sembra che questo sia conseguenza delle tensioni con l’ex a.d. di Finmeccanica, Moretti. “Li volevano riportare al loro interno, non ci interessava, siamo usciti”, spiega.

Dalla visita ad Aero abbiamo tratto la sensazione che l‘attività della fabbrica ceca, soprattutto nei velivoli, sarà in diretta concorrenza con le produzioni dell’ex Aermacchi, la fabbrica presso Varese assorbita dall’ex Alenia (ora divisione velivoli) del gruppo Leonardo. Le dimensioni sono simili.

Aero _ dice Giordo _ ha circa 300 milioni di euro di ricavi. La redditività però è migliore. Aero ha un utile operativo (Ebit) di circa 40 milioni nel 2016 e un utile netto di 35 milioni, che i soci hanno lasciato nell’azienda. Il portafoglio ordini è di “un anno e mezzo di lavoro”, l’obiettivo è di incrementarlo.

Ferroviere. Mauro Moretti è stato amministratore delegato di Fs e Finmeccanica (foto Ansa)

Le pmi italiane bussano a Praga

Dopo le difficoltà e le tensioni dell’ex Finmeccanica con i fornitori, nei tre anni di gestione Moretti, adesso molti dall’Italia si rivolgono a Giordo. “C’è la fila delle piccole e medie imprese italiane, ci vedono come un’alternativa a Leonardo”, racconta Giordo. Tra le imprese con cui Aero ha avviato una collaborazione _ dice Giordo _  c’è la Logic, di cui è a.d. Alessandro Franzoni, un altro manager esperto di difesa e aeronautica che Moretti ha allontanato dall’ex Finmeccanica.

“Qui le condizioni del business sono ottimali. Il paese è piccolo, il rapporto con il governo è diretto. C’è più velocità di decisione, concentrazione sugli obiettivi, rispetto a una grande azienda a partecipazione statale”, osserva Giordo. “La vera difficoltà, a parte competere sul mercato internazionale, è la grandissima competizione nel mercato del lavoro interno. Il costo del lavoro chiaramente è più basso che in Italia e in Europa Occidentale. La Repubblica Ceca ha una crescita del 3% annuo e una disoccupazione quasi a zero. Rischi che ti portino via le risorse chiave, una delle priorità è la gestione delle risorse umane. Nella mentalità dei cechi, il lavoro conta molto meno del tempo libero. Chi lascia l’azienda trova lavoro in una settimana. In Italia invece c’è scarsissima mobilità, chi ha un lavoro se lo tiene stretto”.

Acquisizioni, ma non Italia

Aero ha in programma acquisizioni. “Stiamo cercando di comprare un’azienda russa che sta in questo paese, ha dei prodotti, delle piattaforme, circa 600 addetti”. Comprerebbe un’azienda in Italia? “Non mi sentirei di consigliarlo”, risponde Giordo.

La prospettiva è “in cinque anni aumentare i ricavi di 4 volte e l’Ebitda di 4,5 volte”. La produzione di aerostrutture nel 2015 erà il 50% dell’attività, ma stanno crescendo i velivoli. Le attività militari rappresentavano quasi il 60% l’anno scorso, l’obiettivo è che superino il 70% dei ricavi nel 2021.

“Non abbiamo partecipato alla gara americana per il T-X, è un investimento che non possiamo permetterci. Potremmo partecipare alla gara negli Usa per il “light combat” se la facessero”.

Maratona. Roberta Pinotti, ministro della Difesa

“Così Moretti mi ha mandato via”

Chiediamo a Giordo di raccontare, per la prima volta, come Moretti lo ha “licenziato”, quando gli scadeva il mandato da amministratore delegato di Alenia.

“A fine marzo 2015, ero in Cile. Mi telefona Moretti e mi dice: ‘Ogni tanto bisogna comunicare delle brutte notizie’. Mi aspettavo che annunciasse che voleva mandar via un collaboratore. Invece si riferiva a me. ‘Abbiamo deciso di non confermarti’. Una telefonata di tre minuti”.

E poi?

“Dovevo andare in Perù per la cerimonia di consegna di un C-27J, insieme al ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Le ho comunicato che sarebbe dovuta andare da sola. ‘Come da sola?’ mi fa. Perché, se non glielo hanno detto, la informo che non sono più l’amministratore delegato di Alenia”.

Giordo dice che nessuno di Finmeccanica si è fatto vivo con lui, “nessuno del consiglio di amministrazione ha detto una parola” per questa decisione improvvisa. Tornato immediatamente a Roma, Giordo è andato nella sede di Finmeccanica per chiudere il rapporto.

“Con Moretti c’è stato un breve incontro, nemmeno nel suo ufficio, nella sala riunioni. Ha detto poche parole, un incontro di tre minuti ed ero fuori”.

Un anno dopo c’è stata la chiamata a Praga di Penta Investments, dopo una selezione internazionale.

Banchiere. Alessandro Profumo, a.d. di Leonardo dal 16 maggio 2017

“Conosco tutti i Ceo mondiali, ma non Profumo”

Che rapporti ha avuto in seguito Giordo con Leonardo-Finmeccanica?

“Non ho più parlato con nessuno”.

Da quando c’è il nuovo a.d., Alessandro Profumo,i rapporti sono cambiati?

“Conosco tutti gli amministratori delegati delle società di aerospazio e difesa del mondo. L’unico che non conosco è Profumo”.

P.S. In contemporanea a quest’articolo un’intervista a Giordo viene pubblicata anche su Aeronautica & Difesa di novembre.