Le nomine Fs tra candidati e… treni per pendolari

Spazzato via il consiglio di amministrazione delle Fs di epoca renziana, dopo un goffo tentativo di resistenza per difendere la posizione dell’amministratore delegato, Renzo Mazzoncini, che è stato trafitto da un rinvio a giudizio per truffa che ha fatto scattare la clausola etica nello statuto, il governo gialloverde sfoglia la margherita per individuare il nuovo capo delle Ferrovie.

Bonomi in ribasso

Tra i candidati sono in forte ribasso le quotazioni del leghista Giuseppe Bonomi, avvocato, ex deputato, ex presidente di Alitalia dove ingaggiò una lotta furibonda con l’allora a.d. Francesco Mengozzi, “reo” secondo la Lega di aver cercato un’alleanza con Air France che avrebbe penalizzato l’aeroporto di Malpensa. Mengozzi diede le dimissioni. Bonomi è stato anche presidente della Sea, la società aeroportuale del Comune di Milano che gestisce Linate e Malpensa. Bonomi adesso è considerato fuori dalla battaglia per la guida delle Fs. Sarebbero i Cinque Stelle a non volerlo.

Centrodestra. Massimo Sarmi (a destra) alle Poste

Tre candidati

Sul tavolo adesso ci sono le candidature di due manager interni al gruppo, l’a.d. di Rfi (la società della rete) Maurizio Gentile e l’a.d. di Trenitalia, la società del trasporto, Orazio Iacono. Entrambi ingegneri. Gentile è nato a Sulmona (L’Aquila) nel 1955, Iacono è nato a Modica (Ragusa) nel 1967. C’è un terzo incomodo, Massimo Sarmi, un boiardo della prima Repubblica che è stato a lungo un alto dirigente di Telecom Italia e poi per 12 anni ha guidato le Poste, dal 2002 al 2014, appoggiato dal centro-destra. Sponsorizzato, si dice, dal ministro Giulia Bongiorno, neoleghista ed ex deputata di Alleanza nazionale. Sarmi compità 70 anni il prossimo 4 agosto.

Mazzoncini scrive: “cari amici”

In una lettera che _ secondo l’Ansa _ è stata scritta ai dipendenti, che comincia con “cari amici”, Mazzoncini stamattina ha annunciato di lasciare l’incarico, dopo che ieri il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, aveva firmato un atto di revoca dell’intero consiglio di amministrazione nel quale ha chiesto la convocazione dell’assemblea entro il 31 luglio per nominare un nuovo consiglio.

“Cari amici, dopo poco meno di tre anni, a seguito della decisione del nuovo Governo di applicare lo spoil system, lascio l’incarico di a.d. di Ferrovie dello Stato Italiane”, ha scritto Mazzoncini. Le Fs hanno precisato a Poteri Deboli che “non è una lettera di Mazzoncini ai dipendenti, ma un whatsapp personale che ha inviato ad alcune persone a lui vicine“.

Revocato. Renato Mazzoncini

Le accuse di truffa a Perugia

Mazzoncini, nominato dal governo Renzi nel 2015 e confermato con un blitz a fine 2017, è stato rinviato a giudizio per truffa da un giudice di Perugia. I fatti contestati riguardano contributi pubblici per il trasporto locale. I contributi sono stati trasferiti alle Regioni e, nel caso specifico, dalla regione Umbria all’ex società Umbria mobilità, assorbita in Busitalia Sita Nord, che era guidata da Mazzoncini. Mazzoncini è accusato di aver gonfiato i dati sui ricavi da traffico inviati all’Osservatorio sul trasporto pubblico locale, per ottenere sei milioni di contributi statali.

La clausola etica

Secondo la “clausola etica” nello statuto Fs, in casi del genere il manager si considera decaduto senza giusta causa se non gli viene confermata la fiducia dall’assemblea degli azionisti entro 60 giorni. Questo in base alla “direttiva Saccomanni”, l’ex ministro dell’Economia che la firmò nel 2013. La direttiva è stata inserita nello statuto di poche società pubbliche, l’ex ministro Pier Carlo Padoan l’ha modificata (in sostanza svuotandola) pochi giorni prima delle nomine dei vertici di Leonardo, Eni, Enel, Poste, Terna ed Enav, nel marzo 2017.

Prima della decisione del gup di Perugia Mazzoncini aveva cercato di eliminare la clausola etica dallo statuto Fs, ma non c’è riuscito. Nel messaggio ai dipendenti Mazzoncini si autoelogia, parla dei risultat del gruppo Fs in questi anni, di aumento degli utili e dei passeggeri.

Una domanda

Abbiamo una semplice domanda per Mazzoncini, che si può rivolgere anche ai ministri e a chi sarà il nuovo a.d. delle Ferrovie: è mai salito su un treno “regionale”, quello che i pendolari sono costretti a prendere ogni giorno e che non di rado assomigliano più a carri bestiame che a vetture per il trasporto di persone? e che impressione ha avuto?

Poteri Deboli pubblicherà con grande piacere la risposta.