Mazzoncini a processo, vacilla la poltrona delle Fs

Il capo delle Fs Renato Mazzoncini è stato rinviato a giudizio da una giudice di Perugia per truffa per i contributi pubblici al trasporto locale in bus in Umbria. Con lui rinviati a giudizio altri tre imputati: due ex vertici di Umbria Mobilità, il dirigente regionale ed ex presidente Lucio Caporizzi e l’ex a.d. Franco Viola, inoltre una dipendente dell’amministrazione della società regionale di trasporto.

La decisione è stata presa dal gup di Perugia, Carla Giangamboni, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero, Manuela Comodi. Tutti gli imputati hanno sempre sostenuto la correttezza del loro operato. Il processo comincerà il 22 gennaio 2018.

Le Fs affermano: “Non può che essere confermata l’assoluta estraneità ai fatti di causa dell’amministratore delegato di Fs Italiane, che non ha mai amministrato Umbria Mobilità. Si confida, trattando di questione interpretativa di disposizioni di natura amministrativa che il dibattimento possa, al più presto, chiarire la realtà dei fatti”.

L’accusa: ricavi gonfiati

Gli imputati sono accusati di aver falsificato, gonfiandoli, i dati sui ricavi da traffico di Umbria mobilità comunicati all’Osservatorio del trasporto pubblico locale del ministero dei Trasporti, per ottenere contributi pubblici per circa 6 milioni di euro. All’epoca Mazzoncini guidava Busitalia Sita Nord, la controllata delle Fs dalla quale, grazie all’appoggio di Matteo Renzi, nel 2015 ha spiccato il salto verso il vertice delle Fs.

Si è concretizzata l’ipotesi che era stata anticipata il primo giugno scorso da Poteri Deboli nell’articolo “Grana a Perugia per Mazzoncini”.

La clausola “etica”

Un rinvio a giudizio non significa colpevolezza. Mazzoncini si difenderà nel processo, ma già dai prossimi giorni dovrà affrontare una grana: rischia di perdere la poltrona di a.d. delle Fs. Questo perché, come spiegato da Poteri Deboli il primo giugno, nello statuto Fs c’è la clausola  etica, che alcuni anni fa il ministero dell’Economia aveva voluto inserire negli statuti di quasi tutte le controllate, dopo l’arresto di Giuseppe Orsi per le presunte tangenti in India per vendere elicotteri, avvenuto nel febbraio 2013, quando era presidente e a.d. di Finmeccanica. Orsi è stato poi assolto con sentenza definitiva, l’8 gennaio scorso.

La clausola etica, recepita nell’articolo 10 dello statuto Fs, stabilisce tra l’altro che in caso di rinvio a giudizio per certi reati, per lo più di tipo economico-finanziario, contro la pubblica amministrazione o contro il patrimonio, non si può essere eletti in un consiglio di amministrazione di una società partecipata dallo Stato. Mazzoncini ha cercato di togliere questa clausola, ma non c’è riuscito.

Lo statuto Fs

Se il rinvio a giudizio colpisce un amministratore in carica, questi _ afferma l’articolo 10 dello statuto Fs _ deve “darne immediata comunicazione all’organo di amministrazione, con obbligo di riservatezza. Il consiglio dì amministrazione verifica, nella prima riunione utile e comunque entro i dieci giorni successivi alla conoscenza dell’emissione dei provvedimenti di cui al terzo periodo, l’esistenza di una delle ipotesi ivi indicate”. Dunque adesso Mazzoncini, se non l’ha già fatto, deve comunicare il provvedimento del giudice al consiglio di amministrazione delle Fs, presieduto da Gioia Ghezzi, altra renziana. E il cda dovrà riunirsi al massimo entro il prossimo 22 giugno.

Prosegue lo statuto delle Ferrovie:Nel caso in cui la verifica sia positiva, l’amministratore decade dalla carica per giusta causa, senza diritto al risarcimento danni, salvo che il consiglio di amministrazione, entro il termine di dieci giorni di cui sopra, proceda alla convocazione dell’assemblea, da tenersi entro i successivi sessanta giorni, al fine di sottoporre a quest’ultima la proposta di permanenza in carica dell’amministratore medesimo, motivando tale proposta sulla base di un preminente interesse della società alla permanenza della stessa. (…) Nel caso in cui l’assemblea non approvi la proposta formulata dal consiglio di amministrazione, l’amministratore decade con effetto immediato dalla carica per giusta causa, senza diritto al risarcimento danni”.

Assemblea entro agosto, salvo dimissioni

Dunque, a meno di una clamorosa immediata decisione del cda che faccia decadere Mazzoncini dall’incarico o di dimissioni del manager, si profila la convocazione di un’assemblea entro 60 giorni, al più tardi entro il 20-21 agosto prossimo. A quel punto sarebbe l’azionista, cioè il ministero dell’Economia, a decidere se confermare la fiducia a Mazzoncini o se cambiare pilota alle Fs.

Il manager renziano spera nella grazia di Salvini e Di Maio

Il paradosso è che il manager promosso da Renzi adesso deve sperare nella grazia dei nemici di Renzi, il governo gialloverde di Salvini e Di Maio. Mazzoncini conta anche sui buoni uffici della segretaria, Pamela Morassi, che è stata assistente personale di Giancarlo Giorgetti, il leghista neosottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ma per il numero uno delle Fs la strada è in salita.

 

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