Ma investire nelle privatizzazioni conviene davvero?

Le privatizzazioni fanno sempre discutere. Prima della scissione politica, nel Pd la spaccatura c’è stata sulle privatizzazioni, riguardo all’obiettivo del governo Gentiloni di vendere quote di Poste e Ferrovie per incassare quest’anno 7-8 miliardi di euro. Esaminiamo come sono andate le ultime privatizzazioni per gli investitori. Con un’avvertenza: di privato ci sono i soldi messi dai piccoli
risparmiatori e dai fondi, ma il controllo delle aziende rimane alla politica, che continua a nominare i vertici di Eni, Enel, Leonardo, Poste e delle altre aziende “privatizzate”. Prendiamo le ultime cinque operazioni e confrontiamo il prezzo di collocamento con quello in Borsa del 24 febbraio scorso.

L’operazione più controversa è l’offerta pubblica iniziale di Fincantieri. Voluta dall’ad Giuseppe Bono e avallata dal ministero dell’Economia (Mef), la vendita di circa il 25% della società è stata fatta nel giugno 2014 a 0,78 euro per azione. I titoli, rimasti quasi sempre sotto il prezzo di collocamento, adesso valgono 0,594, cioè il 23,8% in meno. Nel novembre 2014 la Rai, all’epoca guidata da Luigi Gubitosi, ha venduto il 35% della società dei ripetitori, Raiway, a 2,95 euro per azione. I titoli si sono rivalutati del 42% a 4,21 euro. n rialzo è anche merito della scalata tentata dal gruppo Mediaset, cioè da Silvio Berlusconi, a 4,5 euro per azione, ma bloccata dalla Consob.

Nel febbraio 2015 il Mef ha venduto la quinta tranche Enel, il 5,74%, a un gruppo di banche a 4 euro per azione, il prezzo oggi è lo stesso. Nell’ottobre 2015 il Mef ha venduto il 35,3% di Poste, a 6,75 euro per azione. Il titolo della società guidata da Francesco Caio oggi vale 5,94 euro, -12% rispetto al collocamento. Infine le azioni Enav, collocate nel luglio 2016 a 3,3 euro, dopo un balzo
del 10,6% al debutto in Borsa, in seguito hanno azzerato i guadagni: ora sono a 3,324 euro. Precedenti da ricordare, se ci saranno altre “privatizzazioni”.

(articolo pubblicato su “IL“, mensile de “Il Sole 24 Ore“, marzo 2017)