Mps, il mesto bilancio e i compensi della presidente Bariatti

Banca Mps mancherà alla presidente Stefania Bariatti, che il 18 maggio passa il testimone a Patrizia Grieco., indicata dal ministero dell’Economia insieme al nuovo a.d., Guido Bastianini. Invece non sentiranno la mancanza dell’avvocato Bariatti, docente di diritto internazionale all’università di Milano, i piccoli azionisti della banca di Siena né i contribuenti che, anche durante il suo mandato, hanno continuato a pagare per le perdite miliardarie della banca salvata dallo Stato. Non sentiranno la mancanza neppure dell’a.d. uscente Marco Morelli.

Voleva continuità

«Si contava su una continuità nella presidenza e in parte del consiglio di amministrazione, considerato che l’a.d. sarebbe cambiato. Ma è l’azionista che sceglie, e ha deciso in modo diverso: dietro la sua scelta ci sarà certamente una strategia», ha detto la presidente, come riportato dal Sole 24 Ore il 12 maggio. Non capiamo cosa significhi il richiamo alla continuità, un presunto “valore” (ma dove sta scritto?) cui spesso ricorrono gli amministratori in scadenza per farsi confermare anche in presenza di risultati modesti.

Risultati disastrosi

Quelli di Mps, che non si è mai ripreso dopo la gestione Mussari-Vigni (terminata però otto anni fa), sono adirittura disastrosi. L’assemblea di lunedì 18 maggio sarà a porte chiuse, i piccoli azionisti non possono partecipare fisicamente. Questo eviterà imbarazzo a Bariatti, a Morelli e al collegio sindacale. Il bilancio consolidato 2019 è in perdita per un miliardo e 33 milioni.

Ex presidente a processo. Giuseppe Mussari

Le accuse di Bivona

Un piccolo azionista che ha anche un contenzioso con la banca e da anni pungola gli amministratori e il Mef in particolare sulla correttezza e regolarità dei bilanci, Giuseppe Bivona, socio della londinese Bluebell Partners, in una lettera inviata il 24 aprile alla presidente e all’intero cda di Mps, ha parlato di “impietoso bilancio per un triennio in sostanziale continuità con la gestione precedente” e ha messo in fila gli “highlights della gestione 2017-2019”:

“- un Piano di Ristrutturazione 2017-2021 tanto inadeguato quanto inverosimile;
– una distruzione di valore per i soci di 7,5 miliardi di euro posto che Vi era stata affidata una banca che valeva 442 milioni di euro ricapitalizzata con 8,3 miliardi di euro che oggi vale circa 1,2 miliardi;
– una perdita di valore per l’azionista Stato (ovvero per i contribuenti) sulla partecipazione assunta nel 2017 di oltre 4,5 miliardi di euro;
– una perdita di ricavi nel triennio di oltre 1 miliardo;
– un’inutile operazione di ‘macelleria sociale’ con la fuoriuscita di 3.500 dipendenti il cui effetto è stato l’aumento del Cost/Income dal 60 al 70% (…);
– un risultato economico netto cumulato nel triennio negativo per oltre 4 miliardi, con l’ultimo bilancio (2019) chiuso con una perdita di oltre 1 miliardo di euro, prova tangibile del fallimento nello sforzo di risanare la Banca;
– lo smantellamento della rete di filiali (…), inclusa la filiale al Pantheon (Roma), una vetrina sul mondo davanti a cui transitano ogni anno 8-10 milioni di persone;
– la svendita di 26 miliardi di sofferenze a 21 centesimi;
– un posizionamento strategico della Banca inesistente;
– una assai poco prudente politica di accantonamento dei rischi che gravano sulla Banca, che lascia in eredità nuove rettifiche da assumere (…);
– la mancata individuazione di un percorso per pianificare l’uscita dello Stato dalla Banca;
– l’incapacità di ripristinare la fiducia dei soci esteri che hanno di fatto abbandonato la Banca;
– un atteggiamento reticente nei riguardi dei soci, come testimoniato dalle risposte negate (o semplicemente errate) alle domande poste in assemblea.

– un atteggiamento inerziale nei riguardi di iniziative volte a ristorare il patrimonio della Banca dai danni ingenti arrecati dalle gestioni precedenti;
– un futuro lasciato in eredità ai prossimi amministratori quanto mai incerto in una situazione congiunturale con ogni evidenza molto più sfavorevole rispetto a quella (non sfruttata) che ha caratterizzato il passato triennio.

Da Londra. Giuseppe Bivona

In cda dal 2015

Questi i punti centrali della lettera di Bivona, a cui non ci risulta sia stata data risposta puntuale. Ma se la presidente Bariatti o la banca vorranno farlo saremo lieti di pubblicare la loro replica.

Bariatti è stata nominata presidente di Mps dall’assemblea dei soci il 17 dicembre 2017, nominata dal governo di Paolo Gentiloni di cui ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan (ora deputato Pd eletto a Siena), ma è nel cda da cinque anni, dal 16 aprile 2015.

I compensi e gli altri incarichi

Per l’incarico nella banca senese Bariatti nel 2019 ha ricevuto un compenso di 108.500 euro al lordo delle tasse, più il rimborso spese e spese di rappresentanza. Ma la giurista milanese, che continua a svolgere la professione di avvocato (è of counsel dello studio Chiomenti, di cui è stata partner), fa parte anche di altri cda di società quotate.

Ex .Fabrizio Viola, a.d. Mps dal 2012 al 2016

Gavio e A2A

L’anno scorso era anche vicepresidente della Sias, una delle società autostradali della famiglia piemontese Gavio, con un compenso di 139.500 euro, incarico cessato. Inoltre dal 15 maggio 2019 fa parte del cda della municipalizzata di Milano e Brescia, A2A, da cui ha guadagnato 62.384 euro per il 2019. In totale, dalle tre società quotate, l’anno scorso la professoressa Bariatti ha incassato 310.384 euro lordi. Che si aggiungono allo stipendio di professore universitario e ai compensi per la professione.

L’intervista al Corriere

In un’intervista al Corriere della sera Economia del febbraio 2018, l’allora neopresidente di Mps aveva detto:

«Abbiamo la piena volontà di realizzare il piano e di impegnare tutte le strutture della banca per questo, senza nascondere le difficoltà che sono state ben espresse da Marco Morelli in assemblea e questa è la linea della banca. Che Mps diventi un affare ce lo auguriamo tutti».

La giornalista le chiese: Non ci saranno altre sorprese nei conti?

«Nessuna. Adesso _ aggiunse Bariatti _ la banca lavora per recuperare la raccolta che ha perso e per migliorare la redditività. Il piano, che è stato comunicato, prevede un riequilibrio del rapporto tra costi e ricavi che realizzeremo nel modo previsto e senza ulteriori impatti. Finora tutto ciò che doveva essere fatto è stato fatto, qualcosa anche di più rispetto al programma».

Babbo Monte. Una filiale di Mps

Il consuntivo

Ma le cose sono andate diversamente. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore il 12 maggio, Bariatti ha detto mestamente: «Qual è questa nuova strategia? Dovete chiederlo al governo, non a me. La soluzione che l’azionista ha perseguito nell’ultimo anno e mezzo, lo scorporo di 10 miliardi di Npl autorizzato dalla Commissione Ue, per il momento non è andata a buon fine. Lo abbiamo detto più volte, con i vincoli Ue così rigidi, vecchi e obsoleti nessuno può andare avanti». Infine ha rivendicato le competenze: «Qui ho imparato cose nuove che metterò a frutto in altri contesti». Se avrà altri incarichi in situazioni critiche, si spera che per gli investitori e i contribuenti i risultati siano migliori di quelli visti a Siena.

Altrimenti avremmo un consiglio per la professoressa Bariatti: meglio astenersi.