Vaccini AstraZeneca, stop in nove paesi (anche Italia) dopo morti sospette

Alcuni vaccini contro il Covid-19 posso essere pericolosi per la salute e provocare la morte? Cerchiamo di mettere ordine nelle notizie frammentate delle ultime ore, in seguito alla decisione delle autorità sanitarie di almeno nove Stati europei, compresa l’Italia, che hanno sospeso in via precauzionale la somministrazione di alcuni vaccini di AstraZeneca. Decisione presa in seguito alle morti sospette di alcune persone dopo la vaccinazione. Anche l’autorità europea dei farmaci (Ema) sta facendo un’indagine.

Stop al vaccino AstraZeneca in Daninarca, Norvegia e Islanda

La Danimarca giovedì 11 marzo ha sospeso l’uso del vaccino AstraZeneca, prodotto dall’azienda anglosvedese. Una decisione «precauzionale» in seguito alla morte di una donna per la formazione di coaguli di sangue dopo l’inoculazione del vaccino. A seguire anche Norvegia e Islanda hanno deciso lo stop temporaneo al vaccino della stessa casa farmaceutica.

L’analisi del Financial Times

I rapporti sulla formazione di coaguli di sangue “hanno fatto scattare un’indagine sulla sicurezza dell’autorità europea dei farmaci”, l’Ema, riferisce oggi il Financial Times. Il quotidiano britannico spiega che “nel frattempo, l’Autorità italiana giovedì ha detto che ha bloccato l’uso di un altro lotto, ABV2856, dopo la morte di due persone”. Anche questo lotto si riferisce al vaccino di AstraZeneca. Le autorità precisano che non è stato stabilito nessun rapporto tra la vaccinazione e la morte delle persone, sono decisioni precauzionali mentre sono in corso le indagini. Il quotidiano britannico osserva che “questo è un altro colpo alla campagna di vaccinazione nell’Unione europea”, già colpita da ritardi per l’insufficiente disponibilità di vaccini.
Morte sospetta. Lo stop in Austria

La morte sospetta di una donna danese

L’Autorità sanitaria danese ha spiegato che la decisione di sospendere il vaccino «fa seguito alle notizie di gravi casi di formazione di coaguli di sangue, alla base di trombosi ed embolie, in persone vaccinate con il vaccino di AstraZeneca». L’Autorità ha precisato che «al momento non è stato determinato che ci sia un legame tra il vaccino e queste manifestazioni cliniche e ci sono buone prove che il vaccino sia sicuro ed efficace». Come già detto la decisione è stata originata in particolare dalla morte sospetta di una donna con formazione di coaguli nel sangue. In Danimarca hanno ricevuto una prima iniezione del vaccino AstraZeneca più di 142mila persone.

In Austria una donna morta e un altro caso grave

Altri cinque paesi europei avevano già sospeso la somministrazione di un lotto di vaccini AstraZeneca (il numero ABV5300). La prima a sospendere questo vaccino è stata l’Austria, domenica scorsa,  in seguito alla morte di una donna per trombosi multipla (10 giorni dopo la vaccinazione) e il ricovero di un’altra in ospedale per un’embolia polmonare (blocco nelle arterie dei polmoni), dopo essere stata vaccinata. In seguito a questi episodi anche Estonia, Lituania, Lussemburgo e Lettonia hanno sospeso in via precauzionale l’uso dei vaccini dello stesso lotto. L’ABV5300 è composto da un milione di dosi ed è stato distribuito in 17 Paesi.
Agenzia europea. La sede Ema ad Amsterdam

Lo stop in Italia

Giovedì 11 marzo l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deciso di sospendere in via precauzionale un altro lotto prodotto da AstraZeneca, l’ABV2856. «A seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti allotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti Covid-19, Aifa _ spiega in una nota _ ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’Ema, Agenzia del farmaco europea». «Al momento – precisa l’agenzia – non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi».

Tre morti sospette in Sicilia

L’allarme è scattato dopo la morte lunedì 8 marzo in Sicilia del sottufficiale della Marina  Stefano Paternò (43 anni) per arresto cardiocircolatorio, il giorno dopo la vaccinazione. Paternò era di servizio ad Augusta (Siracusa). Un altro caso è la morte del carabiniere Giuseppe Maniscalco (54 anni), vicecomandante della sezione di polizia giudiziaria di Trapani, .

Un terzo caso sospetto riguarda la morte di Davide Villa, 50 anni, poliziotto della squadra mobile di Catania, deceduto 12 giorni fa. Villa due settimane prima del decesso era stato sottoposto al vaccino AstraZeneca, dello stesso lotto (2856) di cui l’Agenzia del farmaco ha deciso in via precauzionale la sospensione.

Aifa. La sede di Roma

L’autopsia

Secondo La Repubblica, l’autopsia sul corpo di Maniscalco avrebbe escluso la morte per trombosi. Il militare al quale era stato somministrato il vaccino AstraZeneca proveniente dal lotto ABV2856 sospeso da Aifa, sarebbe morto per un infarto. Il carabiniere era stato male dopo avere assunto la dose. “Il maresciallo Maniscalco – afferma il procratore della Repubblca di Trapani Agnello –  è deceduto per infarto oltre 48 ore dopo la somministrazione del vaccino. Allo stato non vi sono evidenze da cui desumere che l’infarto è stato causato o anche concausato dal vaccino, sono in corso accertamenti di tipo istologico”.

Sono 250mila le dosi del vaccino bloccato in Italia

Sono 249.600 le dosi arrivate in Italia del lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca sospeso dall’Aifa dopo “casi avversi” registrati nella sua somministrazione. Emerge dal decreto di sequestro, emesso dalla Procura di Siracusa. “L’attività di sequestro – è spiegato – per la quale allo stato non vi è alcuna correlazione diretta con i casi di decesso segnalati, viene svolta in via cautelativa al fine di procedere alle opportune analisi cliniche per confutare la pericolosità del farmaco”.

Cosa dice AstraZeneca

L’azienda che produce il vaccino dice che sta «collaborando con le autorità sanitarie e regolatorie» e precisa: «da un’analisi dei nostri dati su oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca contro Covid-19. Il numero di questi eventi è significativamente inferiore nei soggetti vaccinati rispetto al numero osservato nella popolazione generale».

Ema: non ci sono prove di correlazione

L’autorità europea, Ema, ha affermato che non ci sono prove che colleghino AstraZeneca ai due casi austriaci, aggiungendo che in Europa il numero di persone che ha segnalato coaguli di sangue dopo l’iniezione non è superiore a quello della popolazione generale: 22 casi su 3 milioni (al 9 marzo). L’autorità europea ha avviato un’ulteriore indagine accelerata sul vaccino AstraZeneca. Ci auguriamo che le indagini chiariscano se ci sono rischi e che ci sia un’informazione puntuale e indipendente dalle pressioni e dagli interessi economici in ballo.