Cybersecurity, al vertice a Roma non c’è Carrai

Supervertice della sicurezza informatica a Roma. E’ la Cybersecurity, come è stata ribattezzata da qualche anno. Una parola di moda che ha anche un altro risvolto: affari per svariati miliardi di euro.

Nella controversa Nuvola di Fuksas domani e dopodomani ci saranno esperti di intelligence informatica, spioni, militari, manager, consulenti, lobbisti. Con una forte presenza di uomini, donne e aziende israeliani, il paese all’avanguardia mondiale nell’intelligence e protezione informatica. E anche russi e americani.

Profumo, Pansa e Pinotti

Al “Cybertech Europe 2017”, per il secondo anno consecutivo organizzato a Roma, i lavori saranno aperti da Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, l’ex Finmeccanica. Poi Alessandro Pansa, capo della polizia (omonimo dell’ex a.d. e Cfo di Finmeccanica), quindi a Roberta Pinotti, ministro della Difesa.

Un terzo degli attacchi ha successo

Poi il via agli esperti o presunti tali, con Omar Abbosh, direttore delle strategie di Accenture. In uno studio pubblicato nel novembre 2016, il colosso della consulenza internazionale ha detto che circa un terzo dei tentativi di violare le difese informatiche delle aziende ha successo. Ma nonostante questo, dice Accenture, tre quarti dei dirigenti rimangono “irresponsabilmente fiduciosi” nelle loro strategie di sicurezza.

Sicurezza e spioni. Il salone Cybertech Europe a Roma nel 2016

L’assenza di Carrai

Nel parterre, stando al programma del salone, c’è un’assenza che si nota. Manca Marco Carrai, l’imprenditore fiorentino con molti misteri che ha attività nella cybersecurity in Italia e in Israele, legato da una stretta amicizia a Matteo Renzi, segretario del Pd ex premier, conterraneo e coetaneo di “Marchino”. Entrambi sono nati nel 1975.

Lo 007 di Renzi

Nell’edizione dell’anno scorso Carrai era tra gli ospiti più in vista e molto corteggiato. Al Cybertech 2016 era indicato come «presidente e co-fondatore di Cmc Labs», la società Cambridge Management Consulting Labs Spa. Nei mesi precedenti Renzi aveva tentato di nominare Carrai a capo di una nuova struttura di intelligence e della sicurezza informatica a Palazzo Chigi, ma aveva dovuto rinunciare per le resistenze che il progetto aveva incontrato.

Un anno fa era la star

Appena salito sul palco del palazzo dei congressi dell’Eur, Carrai l’anno scorso esordì con una frase ironica, in inglese: «Il mio ruolo è semplice, sono qui come anchorman. Non mi presento, la gente che legge i giornali conosce molte più cose di me di quanto sappia io». Carrai chiamò sul palco i rappresentanti di quattro start up. Si soffermò con elogi su Reuven Aronashvili, fondatore e amministratore delegato della società israeliana Hyver. «Ecco il mio grande amico Ruby. Vi consiglio di ascoltarlo e per alcuni minuti di non armeggiare con i vostri telefonini» (tutto questo è raccontato sul Sole 24 Ore del 30 settembre 2016). Appena sceso dal palco, Carrai fu attorniato da  amici, questuanti, lobbisti, tutti a congratularsi e a cercare di accreditarsi.

All’avanguardia. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, al centro, tra i leader di cyberscurity in Israele

I perché dell’assenza

Quest’anno “Marchino” non c’è. Come mai? Il suo mentore Renzi non è più presidente del Consiglio, alla guida di Leonardo non c’è più Mauro Moretti, voluto da Renzi, ma l’ex banchiere Profumo, voluto da Paolo Gentiloni. Che sia quesata la spiegazione dell’assenza? Non lo sappiamo. Possiamo dire però che le attività “cyber” di Carrai proseguono.

I rapporti con Pacifici e Bernabè

L’imprenditore amico di Renzi è sempre presidente della Cambridge Management Consulting Labs, di cui possiede il 21% del capitale. Nel 2016 la società ha dichiarato ricavi pari a 5,74 milioni di euro e un utile netto di 76.000 euro.

Tra i soci di Carrai c’è Jonathan Pacifici, lobbista e magnate isareliano della Cybersecurity. E c’è anche Franco Bernabè con la Fb Group Srl. Pacifici e Bernabè, ex numero uno di Eni e Telecom, di cui è consigliere di amministrazione (due società che sono molto “vicine” ai servizi segreti), hanno la stessa quota, il 14,29% a testa.

A Carrai fa capo un’altra società di “intelligence” informatica, la Cys4 Srl, controllata per il 79% dalla stessa Cambridge Management Conulting Labs. Al di fuori di questo settore, Carrai è presidente di Toscana Aeroporti, la società che gestisce gli scali di Firenze e Pisa.

Segreti e affari

Le menti presenti al salone romano dovranno fare a meno quest’anno dello “007 di Renzi”. Intanto, gli afafri corrono. Secondo una stima di Omar Abbosh, il direttore delle strategie di Accenture, ogni anno le aziende spendono 84 miliardi di dollari per difendersi contro il furto di dati, che costa loro circa 2.000 miliardi di dollari di danni. Questa somma potrebbe salire a 90 miliardi di dollari all’anno nel 2030 se l’attuale tendenza prosegue. Insomma, più intrusioni, più hackeraggio significa più affari.