Fincantieri allo sprint finale. Folgiero candidato a.d., Todini possibile presidente

Sprint finale per la nomina del nuovo vertice di Fincantieri. Dopo il rinvio di una settimana fa perché in via Tevere volavano gli stracci, con gli ultimi colpi di coda dell’a.d. in scadenza Giuseppe Bono, il governo si prepara a varare le nomine. Palazzo Chigi vuole una donna alla presidenza e un nuovo amministratore delegato per iniettare aria nuova nella gestione dell’azienda  dopo 20 anni in cui il dominus è stato il manager calabrese nato a Pizzoni, a cui molti riconoscono competenza nell’industria, soprattutto nella difesa e aerospazio.

Bono è stato anche a.d. di Finmeccanica e da qualche anno si muove con intensità per ricreare in Fincantieri una piccola Finmeccanica, in conflitto con Alessandro Profumo, l’a.d. di Leonardo (dal 16 maggio 2017) che viene dal mondo delle banche, è sostenuto con tutte le forze dal Pd, soprattutto da Paolo Gentiloni, il suo mentore e non gradisce che gli vengano date lezioni su cos’è l’industria della difesa da chi ha esperienza pluridecennale.

D’Alema e l’affaire Colombia

Il premier Mario Draghi e il suo consigliere economico, Francesco Giavazzi, vogliono un nuovo capoazienda, perché Bono ha 78 anni, compiuti il 23 marzo. La scelta del nuovo cda si intreccia con le polemiche (non esplose a caso, secondo diversi osservatori) per la vicenda D’Alema-Colombia, per l’interessamento di Massimo D’Alema come intermediario in una trattativa con la Colombia per vendere armi, navi militari di Fincantieri e piccoli aerei da caccia (M-346) dell’ex Finmeccanica.

Al timone. L’a.d. di Fincantieri Giuseppe Bono

Provvigioni per 80 milioni

In una conversazione registrata D’Alema ha parlato di una potenziale commissione di 80 milioni di euro da spartire con altri “facilitatori” e uno studio legale di Miami, Allen Law. Sia Fincantieri sia Leonardo hanno smentito di aver dato un mandato formale a D’Alema, ma i contatti e gli incontri con “baffino” ci sono stati, come ha riferito con dovizia di particolari La Verità. Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro ha raccontato anche il menu di un pranzo di pesce tra Profumo e D’Alema nel ristorante Pierluigi, tra i più cari di Roma, vicino a piazza Farnese, dove c’è la sede della Fondazione Italianieuropei, presieduta dall’ex leader del Pci-Pds-Pd. L’unico particolare non rivelato è chi abbia pagato il conto.

Azzoppato Giordo

In seguito ai contatti per la vicenda Colombia, Bono ha azzoppato l’unico candidato interno a Fincantieri che aveva le carte in regola per prendere il suo posto come nuovo amministratore delegato, Giuseppe Giordo. Un manager esperto di industria della difesa con relazioni internazionali dal Nord America al Medio Oriente, ex a.d. di Alenia Aeronautica in Finmeccanica. A lui si deve il contratto del secolo firmato da Finmeccanica nel 2016 per la vendita di 28 Eurofighter al Kuwait, una maxicommessa che da alcuni anni sostiene i conti, dell’ex Finmeccanica. Bono ha sospeso Giordo dal’incarico di direttore della divisione navi militari in seguito alle polemiche sulla stampa per i contatti in Colombia, la firma di un documento di riservatezza con le controparti definito Mou (ma nella sostanza non sarebbe tale) e un viaggio a Bogotà. L’indagine interna (audit) disposta in Fincantieri non ha portato finora a contestazioni formali al manager. Secondo alcune indiscrezioni l’audit, che fa capo al presidente della società, Giampiero Massolo, starebbe per concludersi con un’assoluzione, ma i risultati non sono ancora stati ufficializzati.

Leader. Massimo D’Alema con Mauro Moretti

Cremona padre e figlio

Giordo è stato sospeso con una lettera firmata dal capo del personale, Carlo Cremona, un dirigente in pensione già in AnsaldoBreda (Finmeccanica) che ha un lauto compenso come consulente in Fincantieri e si concede trattamenti che qualcuno definisce da capoazienda, dal tipo di auto aziendale (Audi A6) alla sicurezza aziendale che lo scorta in aeroporto e nelle stazioni ferroviarie. Cremona tiene molto alla famiglia. Nell’agosto 2020 il figlio, Matteo Cremona, è stato assunto dall’azienda guidata da Bono al cantiere spezzino di Muggiano come “quadro super”, da febbraio 2021 Cremona jr., ingegnere delle costruzioni, è volato negli Stati Uniti come dirigente a Fincantieri Marine Group, a Washington.

Pranzo a tre con Bisignani

Nell’affaire D’Alema-Colombia si è affacciato anche il faccendiere Luigi Bisignani (nella foto in apertura), l’ex giornalista radiato dall’Ordine per l’appartenenza alla loggia massonica segreta P2, coinvolto in guai giudiziari per il mazzettone Enimont e la P4, amico di molti potenti, da Gianni Letta a Paolo Scaroni a diversi direttori di grandi giornali, anche qualcuno in carica, come Poteri Deboli ha potuto verificare direttamente (ma di questo parleremo in un’altra occasione…). Secondo quanto pubblicato oggi dalla Verità, il 21 dicembre scorso Bisignani ha partecipato a un pranzo tra Bono e D’Alema nella sede di Fincantieri a Roma, in via Tevere.

Festa. Maurizio Belpietro con Matteo Salvini

Il resoconto della Verità

Secondo il giornale di Belpietro “fonti vicine all’a.d.” di Fincantieri “chiosano che è l’ex premier che “ha chiesto di poter andare a salutare” il manager e che quest’ultimo, “non fidandosi di D’Alema, ha invitato Bisignani a restare a pranzo”. Le stesse fonti _ aggiunge La Verità _ specificano che (…) quell’incontro “era uno dei tanti organizzati in quei giorni con vari ospiti per lo scambio di auguri natalizi” e che “il pasto fu frugale””. Come dire, non sarebbe stato come il menu del pranzo tra D’Alema e Profumo da Pierluigi. Avremmo però alcune domande da rivolgere a Fincantieri. Qual è il ruolo di Bisignani nella vicenda? Perché Bisignani era da Bono, ex socialista molto vicino a Giuliano Amato? Il manager cercava un appoggio in vista della scadenza del mandato? Se è così, a Palazzo Chigi non la prenderanno bene, poiché Bisignani spara cannonate su Draghi e i suoi negli editoriali settimanali sul Tempo.

Entro il 21 aprile la lista dei candidati

Tornando alle nomine, un punto fermo è l’assemblea di Fincantieri che dovrà eleggere il nuovo cda, finalmente è stata convocata, per il 16 maggio (in origine era ipotizzata per il 6 maggio). In base alle norme per il deposito in anticipo delle liste di candidati, 25 giorni prima dell’assemblea, entro il 21 aprile al più tardi la Cdp, la società pubblica che possiede il 71,3% del capitale, dovrà ufficializzare i candidati a presidente, a.d. e alla maggioranza del consiglio. Secondo le fonti consultate da Poteri Deboli, la decisione verrà presa prima di Pasqua dalla società guidata da Dario Scannapieco, potrebbe essere giovedì 14 aprile. Ma la decisione potrebbe anche essere più rapida.

I due presidenti

“La questione è nelle mani dei due presidenti”, spiega una fonte autorevole, cioè è un affare tra Draghi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al Colle ci sarebbe un interessamento a favore di Bono, per fargli ottenere una presidenza con alcune deleghe, attraverso il segretario generale, Ugo Zampetti. Bono vorrebbe restare come presidente e avere accanto un a.d. che non gli faccia ombra, come pensa sarebbe Fabio Gallia, attuale d.g. di Fincantier, uomo di finanza ma non di industria.

 

Candidato. Pierroberto Folgiero

In pole position Folgiero

Draghi però è contrario a questa ipotesi. Il candidato in pole position di Palazzo Chigi è un manager che viene dal settore privato, Pierroberto Folgiero, nato a Roma il 9 giugno 1972, a.d. di Maire Tecnimont, società che fa impianti industriali, soprattutto nell’energia, nella trasformazione delle risorse naturali e nella chimica verde, di cui è principale azionista Fabrizio Di Amato. Folgiero si è laureato in economia alla Luiss, di cui fa parte dell’advisory board. Ha iniziato a lavorare all’Agip Petroli, area amministrazione e finanza, poi in Ernst & Young e PriceWaterhouse, nel 2000 nella stessa area in Wind. Nel 2008 è passato alla Tirrenia di Navigazione come direttore della finanza (Cfo) e general manager. Nel settembre del 2010 è entrato nel gruppo Maire Tecnimot come Cfo della controllata Kt, da maggio 2013 è a.d. e d.g. del gruppo Maire Tecnimont.

Quell’accordo con Profumo

Il 27 maggio 2021 Folgiero insieme a Di Amato ha firmato nella sede di Leonardo, in piazza Monte Grappa a Roma, un accordo con Profumo per la realizzazione di impianti industriali di nuova generazione in Italia e all’estero.

C’è anche “Mister X”

Al momento la scelta non è ancora stata fatta. L’unica esperienza nel settore navale di Folgiero è quella di un paio d’anni alla Tirrenia di Navigazione, per questo alcuni sostengono che non avrebbe il cv adatto per Fincantieri. Nella short list dei candidati per la guida del gruppo c’è anche un manager esperto di  industria della difesa che guida un’azienda in Italia, un “Mister X” che _ riferisce una fonte autorevole _ ha un ottimo curriculum. Il nome viene tenuto coperto. Per la presidenza Draghi e Giavazzi vogliono una donna, come hanno già fatto per Snam e Italgas. Massolo è in uscita, il governo lo lascia andare dai Benetton, che il 29 aprile lo nomineranno presidente di Atlantia.

Vino, alberghi e relazioni. Luisa Todini

L’ipotesi Luisa Todini alla presidenza

Una possibile candidata alla presidenza, secondo voci, è Luisa Todini, imprenditrice della famiglia perugina di costruttori che hanno venduto l’azienda all’ex Salini (oggi Webuild), poi è stata ceduta a un’azienda kazaka. Todini, nata nel 1966, è stata europarlamentare di Forza Italia dal 1994 al 1999, eletta nel cda Rai in quota Pdl-Lega dal 2012 al 2014, presidente di Poste Italiane per un mandato, dal 2 maggio 2014 al 2017, nominata dal governo di Matteo Renzi. Ha un’attività imprenditoriale con aziende nel settore del vino e alberghi e un’intensa attività di relazioni pubbliche, tra cui presidente del Comitato Leonardo. Ci sarebbero anche altre ipotesi, mentre non trova conferme la voce che possa andare alla presidenza di Fincantieri Elisabetta Belloni, direttrice del Dis (servizi segreti) nominata dal governo Draghi.

Le nomine all’assemblea di Maire Tecnimont

Intanto domani, 8 aprile, è fissata l’assemblea in prima convocazione di Maire Tecnimont, per approvare il bilancio 2021 e nominare il nuovo cda. Di Amato è candidato di nuovo alla presidenza e Folgiero è il secondo nella lista del socio di controllo, per la conferma nel posto di a.d. Resta da vedere per quanto tempo rimarrà in carica.

E Giordo sale nell’Italy-Uae business council

Intanto Giordo è stato nominato co-presidente dell’Italy United Arab Emirates business council, un organismo di cooperazione economica tra i due paesi. L’altro co-presidente, dal lato di Abu Dhabi, è Badr Al-Olama, da 15 anni manager del gruppo industriale emiratino Mubadala, che si occupa di aerospazio, difesa e altri settori. Tra i soci non c’è Fincantieri, così il manager italiano ha avuto il via libera.