Profumo sceglie Zoff per parare le insidie di Leonardo

In sordina Alessandro Profumo ha cominciato a formare la squadra che dovrà aiutarlo a governare le complessità dell’ex Finmeccanica, ora Leonardo. L’ex banchiere ha scelto un manager interno come assistente, Marco Zoff.

C’è chi lo definisce “chief of staff”, a significare il ruolo importante del dirigente. Ingegnere, 43 anni, Zoff è entrato nel gruppo dell’aerospazio e difesa controllato dallo Stato nel settembre 2005. Poteri Deboli ha appreso della nomina da fonti autorevoli, non c’è stata una comunicazione ufficiale.

Da gennaio 2016 Zoff aveva la qualifica di “vice president procurement & supply chain” della divisione velivoli di Leonardo, cioè direttore acquisti e rapporti con i fornitori di una delle due parti  in cui il precedente a.d., Mauro Moretti, aveva diviso l’ex Alenia aeronautica con la riorganizzazione del gruppo. E’ il settore dedicato alla produzione di velivoli, detto anche “Alenia Nord”, per distinguerlo dalla divisione aerostrutture, i cui stabilimenti sono concentrati nelle regioni meridionali (“Alenia Sud”).

Zoff ha un cognome famoso. E’ il figlio di Dino Zoff, leggenda del calcio italiano e internazionale, è stato portiere del Napoli per cinque anni e per 11 stagioni alla Juventus, con la quale ha vinto sei scudetti e una Coppa Uefa, senza mai saltare una partita di campionato. E’ l’unico calciatore italiano ad aver vinto con la nazionale sia i campionati del mondo (1982) sia gli europei (1968). E’ stato anche allenatore della nazionale, dal 1998 al 2000.

Dino Zoff ha giocato nella Juventus dal 1972 al 1983. Il nuovo assistente di Profumo è nato il 21 dicembre 1973 a Torino, quando il padre era già passato dal Napoli alla squadra di calcio più famosa d’Italia. Tra i compagni in bianconero quell’anno c’erano Luciano Spinosi, Claudio Gentile, Franco Causio, Fabio Capello, Antonello Cuccureddu, Beppe Furino, Roberto Bettega, Josè Altafini, Pietro Anastasi, Silvio Longobucco. C’era anche un giovanissimo Paolo Rossi, che però quell’anno non giocò neppure una partita.

Marco Zoff è stato assunto nel gruppo ex Finmeccanica circa 12 anni fa, quando il numero uno era Pier Francesco Guarguaglini, esperto del settore difesa e aeronautica che ha fatto crescere il gruppo anche attraverso impegnative acquisizioni, grande tifoso della Juventus. Profumo invece è noto per essere tifoso dell’Inter.

Secondo il curriculum su Linkedin, Marco Zoff ha lavorato dal 2000 al 2005 nella consulenza, in Accenture. Poi il passaggio nell’ex grande Finmeccanica, ora rimpicciolita rispetto a qualche anno fa. Prima Zoff jr. è stato per sei anni responsabile acquisti nella società di servizi generali centralizzati, Finmeccanica Group Services. Nel 2012 Zoff è passato nell’industria ferroviaria, l’ex controllata AnsaldoBreda, che produce treni e metropolitane, come “vice president procurement & supply chain”. Nel 2015 il ramo d’azienda AnsaldoBreda è stata venduto da Moretti ai giapponesi di Hitachi e, poche settimane dopo il definitivo trasferimento alla nuova proprietà, Zoff è stato richiamato nella casa madre, con l’incarico di responsabile acquisti e fornitori di Leonardo velivoli, divisione guidata dal torinese Filippo Bagnato.

Nel gruppo e anche fuori Zoff è considerato una risorsa eccellente, un dirigente capace. All’esterno, c’è chi sostiene che come direttore acquisti della divisione velivoli non prendeva decisioni e non accettava di incontrare i fornitori che chiedevano di discutere le criticità e le tensioni nei rapporti con il gruppo Leonardo durante la gestione Moretti.

Ora Zoff dovrà aiutare Profumo a parare le insidie e ad evitare le trappole nella gestione di un gruppo complesso, dopo la gestione del “ferroviere” Moretti, che aveva centralizzato i poteri e creato la “One Company”, assimilabile a una sorta di “One man company”, perché non si muoveva una foglia senza che lo volesse Moretti . L’ex banchiere di Unicredit e Mps invece sembra propenso a una gestione più improntata al lavoro di squadra. Si vedrà. Intanto, da quanto trapela dal riserbo con cui si muove, sembra che Profumo non abbia intenzione di nominare un direttore generale che lo affianchi. Moretti cumulava la doppia qualifica, a.d. e d.g. (ed è anche in virtù di quest’ultima che ha incassato una superbuonuscita di 9,44 milioni lordi, dopo tre anni di mandato). A Profumo il cda ha attribuito solo le deleghe da amministratore delegato, ma non lo ha nominato direttore generale.

A chi gli ha parlato in una recente cena romana in cui c’erano anche banchieri (Fabrizio Viola ex a.d. di Banca Mps, Lorenzo Bini Smaghi ex Bce ora presidente di Société Générale), alcuni politici (Pier Ferdinando Casini e Giulio Tremonti), vari esponenti del milieu economico e istituzionale, Profumo avrebbe detto che non ha intenzione di nominare un direttore generale, facendo notare di sentirsi tranquillo nel suo ruolo, avendo ricevuto l’investitura dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Profumo deve ancora fare le scelte chiave sulla prima linea di collaboratori, tra i quali sono tutti al loro posto gli ex fedelissimi delle Ferrovie che Moretti aveva portato con sé (tra cui Domenico Braccialarghe capo del personale, Andrea Parrella responsabile del legale, Federico Fabretti alle relazioni esterne, Marco Di Capua all’internal audit) e sui responsabili dei quattro settori e delle sette divisioni operative. Le aree più delicate sono gli elicotteri in difficoltà da un paio d’anni (la divisione è guidata da Daniele Romiti, poco prima della fine del mandato Moretti aveva mandato ad affiancarlo Carlo Gualdaroni) e la divisione aerostrutture (“Alenia Sud”), oggetto negli ultimi anni di richiami e lamentele dei grandi clienti (soprattutto Boeing, ma anche Bombardier, Airbus, Atr) per problemi di qualità e ritardi nelle produzioni. La divisione aerostrutture è guidata da Alessio Facondo, un dirigente bresciano che aveva sposato in pieno il credo di Moretti.

Tra i dirigenti più ascoltati da Profumo c’è il responsabile delle strategie, Giovanni Soccodato, un uomo della vecchia guardia sopravvissuto alla gestione Moretti. Dal primo giugno è uscito dal gruppo Fabrizio Giulianini, uno dei dirigenti più esperti del settore difesa, ex a.d. di Selex Galileo e di Mbda Italia, dall’inizio del 2016 era a capo del settore elettronica, difesa e sistemi di sicurezza. Già in corsa per la carica di amministratore delegato di Leonardo, dopo che il governo ha scelto Profumo la posizione di Giulianini era diventata delicata. Il manager, avendo anche constatato che non c’erano spazi per la promozione a direttore generale di Leonardo, ha preferito farsi da parte. Sul sito di Leonardo però Giulianini risulta ancora a capo del settore che vale poco meno della metà dei 12 miliardi di ricavi del gruppo.

Il sostituto di Giulianini al settore non è stato indicato, mentre la guida operativa del business rimane affidata ai capi delle quattro divisioni sottostanti (Lorenzo Mariani, che secondo voci potrebbe acquistare maggior peso, Andrea Biraghi, Norman Bone per le attività nell’elettronica in Gran Bretagna, Giampiero Lorandi). Poteri Deboli ha appreso che continua a operare come consulente di Leonardo il generale dell’aeronautica a riposo Claudio Debertolis, ex segretario generale della Difesa ed ex direttore nazionale degli armamenti fino ad agosto 2013. Moretti lo aveva ingaggiato nell’agosto 2016 come consulente con un incarico a termine, fino alla scadenza del suo mandato. In particolare Debertolis si era occupato della situazione della Piaggio Aero, azienda in fortissime difficoltà, controllata dal gruppo arabo Mubadala di Abu Dhabi. Ci sono richieste politiche e sindacali per coinvolgere Leonardo in un piano di salvataggio, cui Moretti si era opposto, limitandosi ad esaminare l’ipotesi di acquisto dell’area motori. Il problema di Piaggio non è ancora stato risolto.

Si apprende ora che, dopo che la candidatura di Profumo era già stata ufficializzata dal ministero dell’Economia, ma prima della sua nomina ufficiale ad a.d. di Leonardo, nelle ultime settimane del mandato Moretti ha prolungato per 12 mesi il contratto di consulenza a Debertolis, come “consigliere” dell’amministratore delegato. Debertolis è considerato vicino al ministro della Difesa, Roberta Pinotti, eletta in Liguria dove ci sono le attività di Piaggio. Debertolis risulta anche consulente del gruppo di logistica Bonzano (Bcube group) di Casale Monferrato, che opera anche nell’aerospazio. Profumo pertanto si ritrova con un “consigliere” a sua insaputa. Chissà come l’avrà presa.