Mediaset, lacrime sul calcio e stipendi d’oro

 

Partita sospesa. Mediaset ha dato scacco alla Serie A del calcio. Il gruppo non ha presentato un’offerta per l’acquisto dei diritti televisivi sulla Serie A per il triennio 2018-2021 e questo ha fatto saltare l’asta bandita dalla Lega. L’Antitrust ha rigettato il ricorso del gruppo televisivo controllato da Silvio Berlusconi, che ha accusato la Lega di aver confezionato dei pacchetti su misura per Sky. Intanto però l’asta sui diritti tv del campionato è stata rinviata a settembre.

Il nervosismo di Mediaset è dovuto anche ai conti in profondo rosso del gruppo, che negli ultimi due anni ha pagato un pedaggio pesante per strappare a Sky i diritti della Champions League. Il gruppo di Cologno Monzese se li è aggiudicati per quasi 700 milioni di euro per il triennio 2015-2018 (il costo è di oltre 230 milioni all’anno), ma non ha ottenuto i ricavi sperati.

Andiamo a vedere gli stipendi dei vertici di Mediaset. Secondo la relazione sulla remunerazione pubblicata dalla società, il manager più pagato è Fedele Confalonieri, amico di Silvio Berlusconi da una vita, presidente di Mediaset. Nel 2016 “Fidel” ha guadagnato complessivamente 3.578.497 euro, al lordo delle tasse, che si mangiano circa metà della busta paga. Confalonieri compirà 80 anni il prossimo 6 agosto, ha un anno meno del leader di Forza Italia.

Pier Silvio Berlusconi, secondo figlio dell’ex premier, nato nel 1969, è vicepresidente e amministratore delegato. Il suo stipendio totale nel 2016 è stato di 1.417.448 euro, al lordo delle imposte.

Nel consiglio di amministrazione troviamo un altro dirigente storico del gruppo, Giuliano Adreani, è stato a.d. di Mediaset fino al 29 aprile 2015. Da allora ha solo la carica di semplice consigliere di amministrazione, con un compenso di 16.000 euro all’anno. Ma la busta paga di Adreani si gonfia per lo stipendio che riceve come presidente in tre società controllate. Adreani nel 2016 ha guadagnato 1.700.000 come presidente di Publitalia, 200.000 come presidente di Digitalia, inoltre è presidente di Mediamond. In totale nel gruppo Mediaset Adreani nel 2016 ha guadagnato 2.091.000 euro lordi.

Poi c’è Stefano Sala, amministratore delegato di Publitalia, la concessionaria di pubblicità, a.d. di Digitalia e vicepresidente di Mediamond. In totale Sala nel 2016 ha guadagnato 2.268.786 euro, compreso un bonus, il premio legato ai risultati, di 520mila euro. Sala è l’unico tra questi top manager ad aver avuto il bonus.

Primogenita. Marina Berlusconi, amministratore delegato di Mondadori e presidente di Fininvest

Marina Berlusconi, primogenita di Silvio, classe 1966, in Mediaset è semplice consigliere di amministrazione, senza deleghe, con un gettone annuo di 32.000 euro. La vera busta paga di Marina è un’altra, quella di presidente della Mondadori, dove ha uno stipendio fisso di 515.000 euro lordi all’anno. Il fratello Pier Silvio è semplice consigliere della Mondadori, con un compenso di 10.000 euro all’anno. Marina però è anche presidente della Fininvest, la capogruppo della famiglia Berlusconi che possiede tutti i pacchetti azionari di controllo di Mediaset, Mondadori e, fino alla recente “vendita” (così dicono le versioni ufficiali, ma sull’identità degli acquirenti non c’è piena chiarezza), anche il 99,9% dell’Ac Milan. E il compenso della primogenita di Berlusconi come presidente di Fininvest non è mai stato reso noto, la società non è quotata e non ha l’obbligo di pubblicare in dettaglio  i compensi dei componenti del cda.

Nel cda di Mediaset troviamo inoltre quattro superdirigenti fedelissimi di casa Berlusconi. Marco Giordani, direttore finanziario del gruppo e a.d. di Rti, l’anno scorso ha guadagnato 1.058.937 euro. Niccolò Querci, direttore centrale risorse umane, approvigionamenti e servizi, vicepresidente di Rti e Publitalia, ha guadagnato 981.801 euro lordi.

Gina Nieri, direttore affari istituzionali, legali e analisi strategiche, vicepresidente di Rti, ha guadagnato 1.074.200 euro lordi, incluso un bonus di 150mila euro. Un bonus l’ha ottenuto anche Mauro Crippa, direttore generale informazione di Rti, 100mila euro che, sommati allo stipendio, portano la sua busta paga complessiva del 2016 a 931.000 euro lordi.

Con questi stipendi, si potrebbe pensare che l’azienda sia in buona salute. Invece non è così, almeno secondo il progetto di bilancio ufficiale approvato dal consiglio di amministrazione, che il 28 giugno sarà esaminato dall’assemblea degli azionisti. Nel 2016 il gruppo Mediaset ha riportato la perdita netta consolidata più alta della sua storia, 294,5 milioni di euro, mentre i ricavi sono aumentati di 142,2 milioni a 3.667 milioni. La sola Mediaset Spa ha un rosso di 150 milioni. Non ci sarà dividendo per i soci di Mediaset.

Il gruppo dà la colpa ai risultati negativi della controllata Mediaset Premium (la tv a pagamento che paga caro i ditti per il calcio) e agli oneri “non ricorrenti” legati al contenzioso con il gruppo francese Vivendi, che non ha rispettato il contratto firmato un anno fa per comprare Mediaset Premium. Nei tre anni precedenti il gruppo aveva chiuso il bilancio con un piccolo utile (4 milioni nel 2015, 24 milioni nel 2014, 9 milioni nel 2013). L’ultimo bilancio in rosso di Mediaset era quello del 2012, chiuso con una perdita netta  di 287 milioni di euro.

Il vertice di Mediaset è completato dal collegio sindacale, l’organo interno di controllo dei conti. Il presidente, Mauro Lonardo, nel 2016 ha ricevuto un compenso di 90.000 euro lordi. Gli altri due sindaci, con un gettone di 60.000 euro ciascuno, sono Francesca Meneghel ed Ezio Maria Simonelli. Commercialista di fiducia della famiglia Berlusconi, nato a Macerata nel 1958, Simonelli siede da diversi anni anche negli organismi della Lega calcio, ora Lega Serie A, è presidente del collegio dei revisori. E’ stato anche reggente della Lega per alcune settimane, fino al 20 aprile, dopo la scadenza del mandato di Maurizio Beretta e prima della nomina del commissario, che è Carlo Tavecchio, presidente della Figc.

Abbiamo una domanda molto semplice da fare, a Mediaset, alla Lega, alla Figc e a Simonelli. Poiché la Lega Serie A vende i diritti tv sul campionato e Mediaset è tra le aziende interessate a comprarli, la doppia carica di Simonelli sia in Lega sia in Mediaset non potrebbe dare luogo a un conflitto d’interessi?