Il “compagno” Calenda/1 – Il manager

Piace molto al mondo delle imprese, soprattutto per il suo piano “industria 4.0” che, detto in parole più semplici, consente di pagare molte meno tasse alle aziende che investono in tecnologia digitale, software, informatica. E piace molto anche ai grandi giornali (e, suppongo, ai loro padroni), a giudicare dallo spazio dedicato alle sue dichiarazioni, ai suoi “tavoli” ministeriali sulle crisi industriali, che però rimangono in larga parte irrisolte. Ma chi è veramente Carlo Calenda, la figura che sta emergendo nella crisi del Pd?

Molti profili di questo precoce (tra l’altro padre a 16 anni) ex dirigente d’azienda, entrato in politica con un profilo da tecnico, rasentano l’agiografia. “Ministro dello Sviluppo Economico, 4 figli. Dalle aziende alla politica. Per ora senza pentimenti”, si presenta su twitter, dove ha 59.700 seguaci o “follower”.

“Famiglia privilegiata”

E’ nato a Roma, compirà 45 anni il prossimo 9 aprile, in una famiglia che lui stesso ha definito “famiglia privilegiata”. E’ figlio di madre famosa, la regista Cristina Comencini, figlia del regista Luigi Comencini.

Regista. Cristina Comencini

Il Madoff dei Parioli

Ben nato anche dal lato paterno. Il padre è Fabio Calenda, giornalista e scrittore. Nato a Parigi, ha lavorato in uffici studi bancari, viene definito esperto di economia. Questo però non gli ha impedito (parlo sempre del padre, Fabio) di finire truffato da Gianfranco Lande, il finanziere detto “il Madoff dei Parioli”, perché ha raggirato 1.200 clienti, promettendo interessi stratosferici sulle somme che gli affidavano.

Nel caso di Calenda padre la somma affidata a Lande, secondo gli elenchi pubblicati da Panorama, proveniva da 752.436 euro rimpatriati con lo scudo fiscale. Il nonno paterno, Carlo Calenda, napoletano, è stato ambasciatore in India a in Libia, a fine carriera consigliere diplomatico del presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Lanciato da Montezemolo

Pariolino, con amicizie che vanno da Fabio Corsico, l’ex capo della segreteria tecnica di Giulio Tremonti quando era ministro dell’Economia che cura le relazioni istituzionali per il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone (proprietario tra l’altro del Messaggero) a Lapo Elkann, Carlo Calenda ha fatto gran parte della carriera all’ombra di Luca Cordero di Montezemolo, come suo pupillo. I rapporti tra i due si sarebbero però raffreddati negli ultimi anni.

Mentore. Luca Cordero di Montezemolo

Ferrari, Sky, Confindustria

Poco dopo la laurea in giurisprudenza nel 1998 Calenda, a 25 anni, viene assunto alla Ferrari, di cui Montezemolo era presidente. A Maranello si occupa di relazioni con i clienti e le istituzioni finanziarie. Dopo circa quattro anni cede alla sirena di Rupert Murdoch, quando nasce Sky Italia trasloca alla pay tv, insieme ad Andrea Zappia, che oggi è a.d. di Sky Italia.

Due anni dopo cambia di nuovo. Nel 2004 Montezemolo diventa presidente della Confindustria e chiama Calenda in viale dell’Astronomia, gli affida l’incarico di direttore degli affari internazionali. Nel maggio 2008 Montezemolo termina il mandato in Confindustria. E anche Calenda fa le valigie.

Dipendente di Punzo

Nel frattempo Montezemolo ha fondato Ntv, la società del treno Italo, con i soci Diego della Valle e il napoletano Gianni Punzo, un ex commerciante di biancheria (per questo soprannominato “pannazzaro”) che si è arricchito e ha fondato un grande mercato all’ingrosso, il Cis di Nola, in un’area controllata dal boss della camorra Carmine Alfieri. A Nola Punzo crea anche una struttura per il trasporto merci, l’Interporto Campano.

Indovinate dove va Calenda? Viene assunto da Punzo come dirigente, direttore generale dell’Interporto. Entra anche nel consiglio di amministrazione di Italo (cioè Ntv), dove rimane solo tre mesi, dall’11 luglio al 16 ottobre 2008. In quegli anni Calenda diventa anche presidente di Interporto Servizi Cargo (da luglio 2009 a maggio 2011), un’altra società di Punzo che trasporta merci in treno. Inoltre è consigliere di amministrazione della Gesac, la società che gestisce l’aeroporto di Napoli Capodichino, da ottobre 2009 a gennaio 2011.

“Pannazzaro”. Gianni Punzo

Quel motoscafo a Capri

L’impero di Punzo è puntellato dalle banche, che gli concedono più di 400 milioni di euro di prestiti. Come mai questi rapporti così stretti tra gli snob Montezemolo, Calenda e Della Valle e una figura dalle origini umili come Punzo?  Da ricordare che nel 1995 Punzo è stato in carcere 55 giorni, con l’accusa di associazione a delinquere di tipo mafioso. Punzo ha sempre rigettato l’accusa. Due anni dopo l’accusa è stata derubricata in quella, meno grave, di favoreggiamento ed è stata prescritta.

L’amicizia tra Punzo e Montezemolo, si racconta, sarebbe nata quando il collaboratore dell’avvocato Agnelli cercava un motoscafo da usare a Capri e il “pannazzaro” gli ha venduto il suo Magnum.

Per quasi cinque anni Calenda rimane uno stipendiato di Punzo, fino a maggio 2013. Nel prossimo articolo racconteremo la carriera politica di Calenda.