Fincantier-Francia, la battaglia sulle poltrone

Quattro posti nel cda Stx e due nel gruppo di studio

Manovre navali. Al centro ci sono le nomine per chiudere il primo tempo della partita tra Italia e Francia che vede protagonista la Fincantieri di Giuseppe Bono.

Nei palazzi del governo è cominciato il confronto per la spartizione delle poltrone previste dall’accordo firmato a Lione il 26 settembre, mentre il milieu politico e istituzionale comincia a rendersi conto che l’accordo non è così vantaggioso per l’industria italiana come si voleva far credere. A farne le spese potrebbe essere soprattutto l’ex Finmeccanica, ora Leonardo, come spiegato da Poteri Deboli il 29 settembre.

Le poltrone da assegnare

Adesso però si parla di nomine e tutto il resto viene in secondo piano. Ci sono sei posti da assegnare. Devono essere scelti i due esperti italiani che dovranno entrare nel gruppo di studio per l’estensione dell’accordo a un’allenaza nelle navi militari e i quattro componenti designati da Fincantieri nel nuovo consiglio di amministrazione di Stx France. Tra questi il presidente e l’amministratore delegato, quest’ultimo però da concertare con i francesi, che hanno un diritto di veto.

Anche il governo francese ha sei posti da assegnare: quattro nel cda Stx e due nel gruppo di studio, del quale faranno inoltre parte Bono e l’amministratore delegato della società statale francese Naval Group, Hervé Guillou.

Per la carica di a.d. l’ipotesi Ragni

I riflettori sono puntati soprattutto sull’a.d. di Stx France. Poiché i francesi hanno un diritto di veto sulla scelta che spetta a Fincantieri, il manager potrebbe ssere un “anfibio”, quale che sia la sua estrazione. Si è ipotizzato che il futuro a.d. (i francesi dicono “pdg”, cioè presidente-direttore generale) sia l’attuale direttore generale della società, il manager francese Laurent Castaing. In queste ore però si parla anche di una candidatura italiana, potrebbe essere Pier Francesco Ragni, vicedirettore generale di Fincantieri.

Il ruolo di Bassanini

Nel consiglio di amministrazione potrebbe entrare Franco Bassanini, ex presidente della Cassa depositi e prestiti (Cdp), la società pubblica che è l’azionista di controllo di Fincantieri. Bassanini è considerato molto vicino a Parigi. Attualmente è presidente di Open Fiber, la società paritetica tra Cdp e Enel che dovrebbe investire nella banda larga.

In linea con Parigi. Franco Bassanini, ex presidente della Cdp  (foto Ansa)

Una rosa per il presidente di Stx

Per la carica di presidente di Stx France si fanno diversi nomi. Ci sarebbe Fausto Recchia, l’ex deputato Pd che è nell’entourage di Roberta Pinotti, ministro della Difesa, come consigliere politico strategico “a titolo gratuito”, si precisa alla Difesa. Recchia dal 2014 è a.d. di Difesa Servizi, con l’incarico in scadenza. Alla Difesa si esclude in modo tassativo che Recchia possa essere un candidato a Stx.

Altri nomi che circolano per la presidenza sono l’ex senatore ed ex sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri, è stato presidente del Porto di La Spezia. Forcieri è stato espulso dal Pd a fine maggio, perché si è candidato come sindaco a La Spezia contro il candidato del Pd, Paolo Manfredini. Le elezioni poi sono state vinte dal centrodestra.

L’ammiraglio Biraghi

Nella rosa di candidati alla presidenza di Stx ci sarebbe anche l’ammiraglio Sergio Biraghi, ex capo di Stato maggiore della Marina, presidente di Fincantieri Usa. Da non confondere con un altro Biraghi, Andrea, capo dell divisione sistemi informatici (la “cybersecurity”) di Leonardo.

Andrea Biraghi è il figlio dell’ammiraglio Sergio, che nove anni fa è passato dalla Marina, cioè il cliente pubblico che ordina le navi  militari alla Fincantieri, a fare il manager del gruppo industriale che beneficia degli ordini firmati dalla Marina.

Ci chiediamo se non ci sia un conflitto d’interessi in questa prassi, che non riguarda solo gli ammiragli, ma anche altri alti ufficiali in pensione, per esempio molti generali dell’aeronautica. Come il generale Claudio De Bertolis, ex segretario generale della Difesa e direttore degli armamenti, ora in Leonardo, ingaggiato come consulente da Mauro Moretti e rimasto in auge con il nuovo a.d., Alessandro Profumo.

Per il gruppo di studio in corsa Palermo (Cdp)

C’è movimento anche per la scelta dei due componenti del gruppo di studio. Uno dei due rappresentanti italiani potrebbe essere Fabrizio Palermo, 46 anni, direttore finanziario della Cdp ed ex dirigente di Fincantieri (è stato vicedirettore generale fino al 2014), il quale pare si consideri già l’erede di Bono, che ha 73 anni. L’altro rappresentante potrebbe essere scelto dal ministro della Difesa Pinotti.

Consigliere. Fausto Recchia, consigliere politico-strategico del ministro della Difesa, Roberta Pinotti

Chi ci guadagna dall’accordo Italia-Francia?

E’ bene sottolineare che nell’accordo finale per l’acquisto di Stx, cioè del grande cantiere di Saint-Nazaire, non si coglie un vantaggio spettacolare per Fincantieri come invece la società e il governo hanno cercato di far credere.

La società guidata da Bono avrà la proprietà del 50% del capitale di Stx France e in più un 1% “in prestito” dal governo francese per 12 anni. Ma Parigi potrà revocare questa concessione e riprendersi l’1% se Fincantieri non rispetterà gli accordi, cioè _ in parole più semplici _ se gli italiani non righeranno diritto.

Questo potrebbe esporre la gestione della società a un’incertezza continua, soprattutto se sopraggiungessero difficoltà di mercato e fosse necessario ridurre la produzione di navi da crociera, l’attività principale di Stx e Fincantieri. In quel caso _ fa notare un osservatore _ Fincantieri dovrebbe decidere dove tagliare la produzione e il lavoro, tra i cantieri italiani e il neoacquisto in Bretagna.

Incognite maggiori ci sono nello sviluppo dell’alleanza alle navi militari. Fincantieri rischia di essere schiacciata dall‘industria navale militare francese, che è più grande del 50-70% di quella italiana, lo ha spiegato l’ex numero uno di Finmeccanica e Fincantieri, Pier Francesco Guarguaglini, nell’intervista pubblicata da Poteri Deboli il 27 settembre. Un rischio ulteriore è che il gruppo Leonardo venga emarginato dalle forniture di sistemi elettronici e armamenti per le navi militari, se i francesi dovessero prendere il sopravvento con Thales.

In tutte queste manovre resta da capire se dall’ambiziosa operazione condotta da Fincantieri in Francia ci saranno vantaggi per l’industria italiana e per i suoi lavoratori.