Nomine al Mef, da Londra il siluro di Bivona

Più che una lettera è un autentico siluro. L’ha mandato da Londra Giuseppe Bivona, l’esperto di finanza che segue molti dossier in Italia, con una lettera al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, sulle nomine pubbliche, un dossier bollente sul tavolo del governo.

La nomina di Rivera

Bivona contesta l’intenzione del governo, non ufficializzata ma considerata ormai una scelta già fatta, di nominare direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera, attuale responsabile della direzione Sistema bancario e finanziario – Affari legali del ministero dell’Economia (Mef).

Alcuni anni fa il Financial Times ha definito Rivera uno dei “superman” del Mef. La nomina, secondo Bivona, sarebbe “in contrasto con lo spirito e la lettera del programma di governo”. Bivona, che è ascoltato da diversi esponenti del M5S, ha inviato la stessa lettera, per conoscenza, anche ai vicepresidenti del Consiglio Luigi Di Maio e Matteo Salvini e a quattro sottosegretari al Mef.

Ministro. Giovanni Tria

“Braccio esecutore” sulle banche

Nella lettera a Tria, una mail partita il 10 luglio da Londra, Bivona premette che Rivera è “persona indubbiamente competente e preparata che ben conosce la macchina organizzativa”. Bivona afferma però di essere “del tutto contrario alla nomina del dott. Rivera” perché – sottolinea la lettera – “è stato ‘braccio esecutore’ delle politiche (a mio avviso scellerate) dei governi che l’hanno preceduta, soprattutto sulle questioni bancarie (dalla vicenda Monte dei Paschi di Siena alle banche venete).

La battaglia sui bilanci di Mps

Qui è opportuno fare un passo indietro. Ricordiamo che l’ingegner Bivona, fondatore e socio della società Bluebell Partners Ltd. insieme a Marco Taricco, è entrato nelle cronache per le iniziative sulle banche e sul Monte dei Paschi di Siena. A partire dalla fine di gennaio del 2013 ha contestato con puntiglio la contabilizzazione nel bilancio di Mps come titoli di Stato (cioè come se fossero titoli sicuri) delle operazioni in derivati (che invece sono speculative) per 5 miliardi di euro che erano state fatte nella gestione precedente di Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri, con banche estere (Deutsche Bank e Nomura).

Banche. Una sede di Mps

Profumo e Viola

Per il modo in cui quelle operazioni sono state contabilizzate nei bilanci di Mps il gup di Milano, Alessandra Del Corvo, il 27 aprile scorso ha rinviato a giudizio i successivi vertici della banca senese, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, accusati di falso in bilancio e manipolazione informativa. Il processo comincerà martedì 17 luglio. Rinviato a giudizio – per false comunicazioni sociali – anche l’ex presidente del collegio sindacale, Paolo Salvadori, che ora è sindaco effettivo della banca.

Banca d’Italia e Consob

L’ex presidente Profumo, ora a.d. di Leonardo-Finmeccanica, si è difeso replicando di aver agito correttamente in collaborazione con le autorità di vigilanza. “Dimostreremo di aver sempre operato correttamente nell’interesse dell’istituto e dei suoi azionisti, peraltro in stretta collaborazione con Banca d’Italia e Consob, e riconfermo la mia totale fiducia nella magistratura”, ha detto Profumo il 27 aprile.

Bivona ha contestato anche l’operato delle autorità di vigilanza, del governatore Ignazio Visco e dell’ex presidente Consob, Giuseppe Vegas. Va detto che nessuno di loro né dei governi che si sono succeduti, da Monti fino a Gentiloni _ fatta eccezione per una breve risposta di Palazzo Chigi quando c’era Matteo Renzi _ ha mai risposto alla sua raffica di lettere, inviate perfino al Quirinale. Nell’indagine giudiziaria la Procura di Milano guidata da Francesco Greco aveva chiesto il proscioglimento di Profumo e Viola, Bivona ha svolto un ruolo simile alla pubblica accusa. Sarà il processo a chiarire la vicenda Mps.

Governatore. Ignazio Visco

Otto domande a Rivera

Bivona elenca quindi otto domande che suggerisce al ministro Tria di porre a Rivera “prima di affidargli l’incarico”. Tra le domande _ che riportiamo nella versione integrale della lettera più avanti _ ci sono le seguenti:

  1. “se, quando e da chi a partire da inizio 2013 fu informato che Mps contabilizzava nei propri bilanci cinque miliardi derivati come titoli di Stato e che iniziative prese a riguardo;”
  2. “se è vero che in un’audizione al Tar del lazio (…) a inizio 2012 – il sottoscritto era presente – dichiarò che se il deficit di capitale di Mps (c.d. Eba Capital Shortfall) a seguito di cui era stata chiesta la misura del supporto pubblico (Monti Bond) fosse stato causato da perdite nascoste in bilancio su temerarie speculazioni in derivati (…) invece che da minusvalenze su titoli di stato (come fu invece impropriamente rappresentato), il regime attuativo degli Aiuti di Stato in base alle direttive comunitarie allora vigenti non sarebbe cambiato (sic!);”
  3. “che ruolo ha avuto (if any) nella negoziazione tra il Mef e la Commissione europea per la’utorizzazione finale agli Aiuti di Stato a Mps nel 2013. Ricordo – scrive Bivona – che la procedura di attuazione degli Aiuti di Stato a Mps fu ativata nel giugno 2012 sulla base di rappresentazioni risultate false sulla causa dello shortfall di capitale, circostanza di cui il Mef fu informato. Gli Aiuti di Stato furono rimborsati con due aumenti di capitale i lcui valore siè azzerato con altrettante perdite per migliaia di piccoli investitori;”
  4.  (…)
  5. “posto che non può essere messo seriamente in discussione che la crisi di Mps sia stata causata anche dal ruolo svolto dalla Fondazione Mps (…), in che modo ha esercitato il controllo sulle fondazioni bancarie ed in particolare sulla Fondazione Mps;”
  6. “che cosa sarebbe successo alla Fondazione Mps se gli Aiuti di Stato concessi a Mps nel 2013 fossero stati erogati in forma diluitiva per gli azionisti ove la richiesta di supporto pubblico fosse stata attivata rappresentando correttamente che il deficit di capitale era stato generato per due miliardi e settanta milioni da due sciagurate operazioni in derivati;”
  7. “che ruolo ha avuto nell’operazione che ha portato alla cessione della parte sana delle banche venete dopo aver trasferito gli asset tossici alla Sga;”
  8. (…).

Vicepresidente Bei. Dario Scannapieco

Scannapieco e Guglielmi

Bivona osserva di aver letto sulla stampa che per il ruolo di d.g. del Mef sono state avanzate anche le candidature di Dario Scannapieco (vicepresidente della Bei) e di Antonio Guglielmi (già capo degli analisti di Mediobanca Securities). “Queste sono entrambe ottime candidature“, afferma Bivona, esprimendo però “perplessità sulla nomina di un d.g. che provenga da una banca d’affari e la personale preferenza nel vedere meglio valorizzate le competenze del dott. Scannapieco in ruoli più operativi” nelle società partecipate dal Mef. In particolare Bivona sostiene che “l’esperienza maturata alla Bei sarebbe ovviamente molto utile in Cdp“.

Ex Consob. Giuseppe Vegas

Minenna e gli scontri con Vegas

Bivona conclude che avrebbe preferito venissero considerati “altri profili”, inclusi “ottimi funzionari che che nel recente medio-evo vissuto da Consob e Banca d’Italia si sono distinti per aver cercato di proteggere gli interessi dei piccoli risparmiatori, del mercato e dello Stato e che hanno competenza in uno dei temi principali che occorre (presto) affrontare ovvero la riduzione del debito pubblico”.

Bivona suggerisce la candidatura di Marcello Minenna, il dirigente della Consob – e per quasi due mesi nel 2016 assessore nella giunta Cinquestelle di Virginia Raggi al Comune di Roma – che, per tutelare i piccoli investitori, aveva introdotto gli scenari probabilistici nei prospetti delle offerte volte al pubblico risparmio. Questi scenari sono stati poi soppressi dall’allora presidente della Consob, Vegas. Bivona rileva che “questo può aver alienato molte simpatie non meno delle dimissioni da assessore del Comune di Roma per aver capito e anticipato prima di ogni altro quello che da lì a poco sarebbe stato sotto gli occhi di tutti”.

Economista. Marcello Minenna

I silenzi del governo

A quanto risulta a Poteri Deboli, Tria non ha risposto a Bivona, né lo ha fatto Rivera, anch’egli destinatario della lettera. Se ci fossero loro repliche od osservazioni, come di tutti gli altri chiamati in causa in questo o in altri articoli, Poteri Deboli le ospiterebbe.

Ci risulta comunque che Rivera rimanga il candidato designato alla direzione generale del Mef, come se la scelta fosse stata già fatta, anche se non è ancora stata ufficializzata. Salvo imprevisti dell’ultima ora.

La lettera integrale di Bivona a Tria si può leggere aprendo il seguente link:

link Lettera Bivona al ministro Tria (clicca qui)