Leonardo, che fine farà l’automazione?

Leonardo-Finmeccanica ha annunciato una piccola acquisizione, il 70% di Alea, azienda di Pordenone con 12 dipendenti e 900mila euro di ricavi nel 2020, specializzata in software di comunicazione “mission and business critical”, ma ancora non ha risolto il problema della divisione automazione di Genova, con 400 dipendenti sui 1.200 totali dell’ex Finmeccanica nel capoluogo ligure. Il futuro della divisione resta un rebus dopo l’annuncio dell’amministratore delegato, Alessandro Profumo, nei mesi scorsi, della ricerca di “un partner”, in sostanza un compratore.

Sesto sciopero

I lavoratori della divisione hanno fatto oggi il sesto sciopero. In 300 questa mattina sono partiti in corteo dalla stazione di Piazza Principe, hanno raggiunto largo Lanfranco, una delegazione ha incontrato il prefetto, Renato Franceschelli, poi si sono diretti sotto la sede della Regione Liguria dove hanno incontrato i capigruppo e il governatore Giovanni Toti, sollecitano l’apertura di un tavolo di confronto con il ministero dello Sviluppo economico, guidato da Giancarlo Giorgetti. Chiedono che l’automazione rimanga nel gruppo industriale dell’aerospazio e difesa.

La richiesta dei sindacati

“Siamo qui per chiedere al governo che è azionista di Leonardo _ ha detto il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro _ di tornare indietro rispetto a una scelta scellerata come quella di dismettere l’automazione che rappresenta la parte civile di quest’azienda perché una produzione duale è fra l’altro fondamentale per rispondere a un mercato che può avere fasi cicliche”. Per il segretario della Fim Cisl Cristian Venzano “l’azienda deve tornare a quello che dichiarava lo stesso ad Profumo un anno fa, vale a dire che l’automazione è un core business in un mercato fra l’altro in espansione. Le commesse ci sono e pretendiamo che l’azienda non faccia cassa ma faccia impresa”. Alla manifestazione hanno partecipato anche i lavoratori degli appalti di Leonardo, preoccupati per le ripercussioni della cessione della “Business unit Automation” sul lavoro delle mense e delle pulizie.

Le commesse

I lavoratori chiedono di tutelare il ramo civile dell’azienda, che si occupa di produrre macchinari per lo smistamento delle merci nei settori commerciali e aeroportuali, dal rischio cessione. Secondo i sindacati il settore è in espansione e deve rimanere in Leonardo e centrato sul sito di Sestri Ponente. L’azienda nei mesi scorsi ha detto che avrebbe cercato un partner perché le dimensioni dei concorrenti sono molto più grandi. Sta di fatto che la ex Elsag in passato era un gioiellino, ha vinto importanti commesse negli aeroporti, ma da alcuni anni è diventata un problema.

 

Mise. Giancarlo Giorgetti

La lettera di Leonardo

“Il prefetto ci ha comunicato di aver ricevuto ieri una lettera dall’azienda in cui la stessa avrebbe detto che non ha ancora deciso se trovare un partner industriale per l’automazione e che comunque al momento questo partner non c’è. Abbiamo risposto che se l’azienda davvero decide di tornare indietro su una decisione che lei stessa ci aveva comunicato deve venircelo a dire ufficialmente in un incontro”, ha riferito il segretario genovese della Fiom, Manganaro.

Il Mise non ha accolto i sindacati

“Il prefetto ha anche spiegato che il Mise non avrebbe finora risposto alla richiesta di incontro dei sindacati _ ha spiegato il sindacalista _ visto che non c’è uno stato di crisi. Per questo siamo qui ora, per evitare l’apertura di una crisi. Noi vogliamo parlare con il governo affinché fermi questa scelta scellerata e per far questo possiamo parlare con il Mise o con il ministero del Tesoro che è azionista di Leonardo. Quello che conta è raraggiungere l’obiettivo”.

Maratona. Roberta Pinotti (Pd)

Pinotti (Pd) contro la vendita

Il Pd genovese si schiera contro la vendita dell’automazione. “Leonardo non dismetta la Business Unit Automation, è un’azienda leader a livello internazionale nell’automazione per il settore della logistica e degli aeroporti. Il governo intervenga per garantire produttività e lavoratori”. Lo ha chiesto la senatrice del Pd Roberta Pinotti, presidente della commissione Difesa a Palazzo Madama, con un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico.