Acea, crisi dell’acqua e stipendi d’oro/5 – Il dalemiano

Andrea Peruzy è un nome poco conosciuto ma molto importante negli snodi strategici tra la politica e gli affari. Per molti anni Peruzy ricopre l’incarico di segretario generale di Italianieuropei, la “fondazione di cultura politica” creata nel 1998 da Massimo D’Alema, che ne è presidente.

Da Italianieuropei proviene Pier Carlo Padoan, l’economista nominato ministro dell’Economia nel governo di Matteo Renzi e confermato da Paolo Gentiloni. Padoan è stato il direttore della fondazione dalemiana e fa parte dell’advisory board.

Nel ruolo di segretario generale, Peruzy cura la raccolta di finanziamenti che arrivano da aziende, pubbliche e private, contributi all’attività, a convegni, abbonamenti alla rivista, sponsorizzazioni, ed è pertanto il depositario di molti segreti della fondazione dalemiana, tra cui quello meglio custodito: i nomi dei finanziatori, il cui elenco non viene pubblicato.

Con questo bagaglio Peruzy entra nel consiglio di amministrazione di Acea, la società controllata dal Comune di Roma (con il 51%) che gestisce gli acquedotti della Capitale e di altre aree del Lazio, Toscana, Umbria, Campania e distribuisce elettricità. Peruzy viene nominato nel cda l’8 maggio 2009, al posto di Geminello Alvi. All’epoca il sindaco di Roma è Gianni Alemanno di An e il presidente di Acea è l’avvocato Giancarlo Cremonesi, ma la spartizione politica offre spazi anche al Pd.

In poco meno di otto mesi, nel 2009, il compenso di Peruzy all’Acea è di 33.000 euro  al lordo delle tasse. L’esponente dalemiano, che mentre è all’Acea continua a fare il segretario generale della Fondazione Italianieuropei, non ha alcun compito di gestione nella municipalizzata romana. E’ un semplice consigliere senza deleghe, deve solo partecipare a qualche riunione, non più di una o due al mese.

Incroci. Da sinistra, Gianni Alemanno, Massimo D’Alema, Francesco Gaetano Caltagirone

Nel 2010 il suo compenso balza a 114.000 euro lordi, uno stipendio paragonabile a quello di un dirigente a tempo pieno. Peruzy però non è un dirigente, ma solo un consigliere che ogni tanto partecipa a una riunione. Cosa fa Peruzy per guadagnare questa somma, che in pratica viene pagata con le bollette dell’acqua e dell’elettricità? Dal bilancio di Acea sappiamo che oltre al compenso fisso da consigliere, pari a 36.000 euro l’anno, Peruzy riceve altri 78.000 euro per la partecipazione a comitati all’interno del cda.

Nel 2011 Peruzy incassa dall’Acea una busta paga di 138.152 euro, oltre al cda (una poltrona che da sola vale 36.152 euro annui) fa parte di tutti i cinque comitati interni: le somme più importanti arrivano dal Comitato per il controllo interno (42.000 euro) e dall’Organismo di vigilanza (40.000). Inoltre Peruzy fa parte del Comitato etico (7.500 euro), del Comitato per le operazioni con parti correlate (7.500 euro) e del Comitato per le remunerazioni (4.500).

Nel 2012 Peruzy riceve dall’Acea 123.652 euro, nel 2013 106.527. Nel 2014 rimane nel cda fino al 5 giugno, quando il sindaco del Pd Ignazio Marino manda a casa il cda nominato da Alemanno. Peruzy riceve 40.670 euro per poco più di 4 mesi di presenza.

In totale nel passaggio all’Acea Peruzy incassa 556.001 euro lordi, secondo quanto si può ricostruire dai bilanci e dalle relazioni sulla remunerazione della società. Questa somma è distribuita nell’arco di 5 anni e quasi un mese, in media corrisponde a 110.000 euro all’anno.

Tra gli uomini targati politicamente non c’è solo il dalemiano Peruzy. Per esempio, pur essendo molto occupato trova il tempo di fare un passaggio all’Acea l’esperto di diritto tributario Maurizio Leo, eletto deputato di An nel 2001, rieletto nel 2006 e nel 2008, poi assessore al Bilancio al Comune di Roma con Alemanno da giugno 2009 a gennaio 2011. Il professor Leo viene nominato nel consiglio di amministrazione di Acea il 15 aprile 2013 dalla giunta di Alemanno e vi rimane fino al 5 giugno 2014, quando Marino cambia squadra. In meno di 14 mesi il professor Leo incassa dall’Acea 102.500 euro.

Sarebbe interessante sapere a cosa sono serviti questi compensi, pagati con i soldi dei romani o degli abitanti di altre città “clienti” dell’Acea: quali sono le “prestazioni” di Peruzy e Leo? e hanno contribuito a migliorare il servizio idrico ed elettrico o i risultati della società? Sappiamo che all’Acea le perdite di acqua, secondo i dati ufficiali, superano il 44% dell’acqua immessa nelle tubazioni, una percentuale molto elevata.

La stessa domanda naturalmente va rivolta anche a chi ha guidato l’Acea e agli altri componenti del consiglio di amministrazione, tra cui ci sono rappresentanti del socio privato Francesco Gaetano Caltagirone, come Poteri Deboli ha raccontato negli articoli precedenti.

Ritorni. Roberta Neri, ex direttore finanziario Acea e per due anni nel cda, ora a.d. Enav

Nel cda di Acea entra anche Roberta Neri. Il suo è un ritorno, è stata direttore finanziario della municipalizzata fino al 2009, vicina all’ex a.d. Andrea Mangoni gradita anche al socio Caltagirone. Mangoni è stato liquidato nel 2009 con una superbuonuscita che, secondo indiscrezioni, sarebbe stata pagata anche a Neri (oltre un milione di euro lordi, secondo Il Sole 24 Ore). Neri viene nominata in cda il 23 aprile 2015 e fa parte di tre comitati, riceve 20.583 euro quell’anno e 30.000 nel 2016. Nel frattempo, nel giugno 2015 diventa amministratore delegato dell’Enav, la società statale che gestisce il traffico aereo. Neri non fa in tempo ad uscire dal cda di Acea, il 27 aprile 2017, che è già pronta per lei un’altra poltrona, consigliere di amministrazione della Cementir, società controllata da Caltagirone.

Quanto a Peruzy, dopo aver perso la poltrona all’Acea l’esponente dalemiano non rimane disoccupato. L’anno successivo, quando è ancora segretario generale della Fondazione Italianieuropei, Peruzy viene nominato presidente e amministratore delegato di una società interamente dello Stato, l’Acquirente Unico Spa (Au). L’Au si occupa del servizio di “maggior tutela”, la fornitura di energia elettrica a famiglie e piccole imprese.

L’Au è controllata al 100% dal Gestore servizi elettrici (Gse), società posseduta al 100% dal ministero dell’Economia, il cui a.d. è Francesco Sperandini, vicino a Francesco Rutelli e al Pd romano, già alto dirigente dell’Acea quando Peruzy era nel cda della municipalizzata.

Il 20 luglio scorso Peruzy è stato confermato presidente e a.d. dell’Acquirente unico. Non è più segretario della Fondazione dalemiana, l’incarico ora è affidato a Mario Hubler, ma ha sempre ottimi appoggi politici.

La Bengodi delle buste paga al vertice dell’Acea non è finita. Poteri Deboli lo racconterà nel prossimo articolo.