Acea, crisi dell’acqua e stipendi d’oro/2 – Il canto del Gallo

Un sontuoso stipendio, più l’affitto di una casa ai Parioli e una macchina con autista. Questo è il trattamento che l’Acea, la municipalizzata di Roma che distribuisce l’acqua e l’elettricità, riserva a un manager assunto quando è sindaco Gianni Alemanno.

Abbiamo già visto, nell’articolo precedente del 7 agosto, che il sindaco di destra che ha vinto le elezioni del 2008 ha sostituito immediatamente il vertice della società controllata dal Comune. Il nuovo presidente è Giancarlo Cremonesi, avvocato dai numerosi incarichi (e stipendi), l’amministratore delegato è Marco Staderini, manager vicino a Pier Ferdinando Casini, il leader dell’Udc che ha sposato Azzurra Caltagirone, figlia del costruttore Francesco Gaetano Caltagirone, secondo azionista di Acea, nonché editore del Messaggero, il principale giornale romano.

Il 27 ottobre 2010, con il Campidoglio sempre nelle mani di Alemanno, il consiglio di amministrazione dell’Acea decide di assumere un direttore generale. Il prescelto è Paolo Gallo, un ingegnere aeronautico che proviene dalla società di energia Edison, in passato ha lavorato nel gruppo Fiat. Gallo è nato nel 1961 a Torino. Per attirarlo nella capitale gli viene offerto un pacchetto retributivo che non si limita ai soliti “benefit” offerti ai manager, come la polizza sanitaria e previdenziale, ma _ secondo quanto si apprenderà da indiscrezioni mai smentite _ comprende una casa di lusso nel quartiere Parioli e un’automobile con autista.

Sempre in piedi. Paolo Gallo, ex amministratore delegato di Acea e Grandi Stazioni, ora a.d. di Italgas

Lo stipendio di Gallo nel primo anno all’Acea, nel quale lavora 11 mesi perché entra in servizio il 1° febbraio 2011, è di 670.445 euro lordi. In più ci sono i “benefit”, detti “benefici non monetari”, che secondo il bilancio dell’Acea costano alla società 85.938 euro. Nel 2012 Gallo guadagna 570.000 euro, in più tra casa ai Parioli, macchina con autista e altri “benefit” costa all’azienda 93.751 euro.

Nell’aprile 2013, poco più di un mese prima delle elezioni comunali, il sindaco Alemanno decide di rinnovare il cda dell’Acea. Cremonesi è confermato presidente e Gallo viene promosso amministratore delegato, al posto di Staderini. Il candidato sindaco del Pd, Ignazio Marino, protesta contro questa decisione, a suo avviso inopportuna perché metterà il nuovo sindaco di fronte a una scelta già compiuta. Marino dice di Gallo: “sappiamo tutti essere espressione del principale socio privato di Acea Spa”, cioè Caltagirone.

Gallo diventa così a.d., oltre che direttore generale, e ottiene un aumento di stipendio. Infatti nel 2013 la sua busta paga sale a 755.508 euro, in più ci sono sempre i benefit che costano all’Acea 95.731 euro. Marino vince le elezioni e diventa sindaco al posto di Alemanno.

Nell’assemblea degli azionisti di Acea l’anno successivo, il 5 giugno 2014, Marino annuncia per conto del socio Comune di Roma, che possiede il 51% del capitale, voto contrario alla relazione sulla remunerazione relativa al 2013. L’assemblea degli azionisti boccia la relazione con il 71% dei voti.

Il voto però ha solo valore consultivo. Gallo, come il presidente Cremonesi (che nel 2013 ha guadagnato dall’Acea 488.217 euro lordi), si tiene gli stipendi e i bonus ricevuti nonostante siano stati bocciati dai soci.

Battaglia contro i supercompensi. Ignazio Marino, sindaco di Roma da giugno 2013 a ottobre 2015 (foto Ansa)

Marino decide di mandare a casa i vertici scelti dal centrodestra. Il risultato è che Gallo, con la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro da dirigente, riceve una bella buonuscita. Così nel 2014, in cui è stato al vertice dell’Acea per soli 5 mesi e 5 giorni, incassa in totale 1.960.712 euro lordi. In più c’è il costo della casa, della macchina con autista e degli altri benefit, pari a 49.170 euro.

In totale, nei tre anni e quattro mesi in cui è stato al vertice dell’Acea come direttore generale e amministratore delegato, Gallo ha guadagnato 3.956.665 euro lordi, pari in media a 98.916 euro al mese. Inoltre tra la casa ai Parioli e gli altri benefici non monetari Gallo è costato all’Acea 324.590 euro. Sommando i “benefit” alle buste paga, in complesso Gallo è costato all’Acea 4.281.255 euro, pari in media a 107.031 euro al mese.

Non sappiamo quanto l’attività di Gallo abbia contribuito a migliorare il servizio dell’Acea, la gestione degli acquedotti e a ridurre le perdite di acqua nella rete idrica, che come sappiamo superano il 40% dell’acqua immessa. Sappiamo però che la carriera del manager prosegue su altre poltrone importanti. Gallo viene subito nominato amministratore delegato di Grandi Stazioni, la società controllata dalle Ferrovie dello Stato che gestisce le maggiori stazioni italiane.

Il 40% di Grandi Stazioni però è posseduto da quattro soci privati, tra questi c’è Caltagirone, il secondo azionista dell’Acea: che sia solo una coincidenza o invece la conferma del rapporto di fiducia tra Gallo e Caltagirone? Nel 2016 Gallo passa a un nuovo incarico importante e molto ben remunerato, diventa amministratore delegato di Italgas, società dell’area pubblica che ha come azionista di controllo la Cassa depositi e prestiti.

All’Acea Marino annuncia una riduzione degli stipendi dei nuovi vertici. Questa misura sarà davvero efficace o solo di facciata? Poteri Deboli lo racconterà nel prossimo articolo.