Nomine, una donna presidente di Fincantieri. Per Snam sale Venier

Mario Draghi cerca tre donne da mettere al vertice di Snam, Italgas e Fincantieri. Per i nuovi cda da nominare al posto di quelli in scadenza la regola di Palazzo Chigi è chiara: equilibrio di genere. Vuol dire che se l’amministratore delegato è uomo il presidente deve essere donna, o viceversa.

Una terna per Snam

Il dossier più importante che verrà definito oggi riguarda la Snam, la società del trasporto del metano da cui esce l’a.d. Marco Alverà. C’è una terna di candidati per la scelta finale, che dovrebbe essere formalizzata oggi dalla Cdp, la società pubblica azionista di maggioranza, guidata da Dario Scannapieco, il dirigente pubblico più vicino a Draghi. La donna è Alessandra Pasini, responsabile della finanza (Cfo) e dello sviluppo di Snam, nata a Padova nel 1973. Nel mazzo ci sarebbe anche Luca Valerio Camerano, ex amministratore delegato di A2A, la municipalizzata dell’energia controllata dai Comuni di Milano e Brescia. Camerano ha l’appoggio del Pd, è già stato candidato a società pubbliche dell’energia negli ultimi anni, da ultimo Terna, senza però arrivare al traguardo. E’ nato a Roma nel 1963, da febbraio del 2021 è managing director in Algebris, a capo della business unit della transizione energetica e ambientale. Algebris è la società del finanziere Davide Serra, conosciuto per il sostegno a Matteo Renzi.

Cdp. L’a.d. Dario Scannapieco e l’ex Fabrizio Palermo

Avanza Venier

Nelle ultime ore il candidato più forte per Snam sarebbe diventato Stefano Venier, dal 2014 amministratore delegato del gruppo Hera, la municipalizzata con sede a Bologna presieduta da Tomaso Tommasi Di Vignano, ex a.d. di Telecom Italia vicino a Romano Prodi. Nato a Udine nel 1963, Venier è sostenuto da Francesco Giavazzi, il consigliere economico di Draghi che ha la parola decisiva nelle nomine, come avvennuto per Alfredo Altavilla in Ita. La scelta finale se la giocheranno Venier e Pasini.

Italgas, l’a.d. piace a Caltagirone

Per Italgas, altra controllata di Cdp, dovrebbe essere confermato Paolo Gallo, manager già alla guida della municipalizzata romana Acea e di Grandi Stazioni, la società tra Fs e i privati Benetton, Caltagirone, Pirelli. Gallo è molto sostenuto da Francesco Gaetano Caltagirone, il costruttore più liquido d’Italia che possiede una rete di importanti quotidiani, dal Messaggero al Mattino al Gazzettino. Italgas dunque nel segno di Caltagirone. La presidenza dovrebbe andare a una donna.

Difesa. Giuseppe Giordo

Una donna presidente di Fincantieri

Fincantieri è al centro insieme a Leonardo delle polemiche per la vicenda D’Alema-Colombia. Draghi e Giavazzi stanno vagliando alcuni profili di candidate per la presidenza, che secondo le loro intenzioni andrà a una donna. L’a.d. sarà un uomo, probabilmente un esterno alla società, anche per azzerare le liti interne. Draghi ha deciso di sostituire Giuseppe Bono, in carica da 20 anni, principalmente per ragioni anagrafiche, ha appena compiuto 78 anni. Bono però non si dà per vinto. Intanto in Fincantieri volano gli stracci.

La difesa di Giordo

Uno dei candidati, Giuseppe Giordo, il più accreditato per la competenza nel settore industriale e della difesa, è stato indebolito da Bono con una mossa unilaterale. Lunedì 28 marzo lo ha sospeso dall’incarico di direttore della divisione navi militari di Fincantieri per la vicenda D’Alema-Colombia, anche se l’indagine interna (audit) non è ancora conclusa. Una sospensione senza motivazioni, da quanto è dato sapere. L’audit fa capo al presidente, Giampiero Massolo, che ormai ha staccato la spina, perché il 29 aprile traslocherà alla presidenza di Atlantia, controllata dai Benetton. Giordo ha replicato in una mail interna, al vertice della società e all’Organismo di vigilanza, ribaltando tutte le contestazioni. Ha spiegato che Bono era a conoscenza della sua trasferta in Colombia, per presentare alla Marina Militare la proposta di Fincantieri per una commessa di navi e aerei militari (questi ultimi di Leonardo).

Poltrone. Giuseppe Bono e Claudio Costamagna

Gallia con poche chance

Scarse le possibilità di Fabio Gallia, d.g. di Fincantieri ed ex a.d. della Cdp quando il presidente era Claudio Costamagna (ora ingaggiato da Caltagirone come candidato per la presidenza di Generali), ai tempi del governo Renzi. Gallia sarebbe l’a.d. preferito da Bono se l’attuale numero uno riuscisse a fare il presidente. Ma Draghi e Giavazzi non vogliono mettere un ex banchiere (Capitalia, Bnl) alla guida di una società che fa industria.

Consigliere. Francesco Giavazzi

Il M5S sostiene Palermo

Terzo candidato è Fabrizio Palermo, sostenuto dal M5S che nel 2018 gli fece fare il doppio salto di carriera, era vicedirettore generale, alla guida della Cdp. Palazzo Chigi, che nel maggio 2021 ha mandato a casa Palermo, preferisce però altri profili. A Poteri Deboli risulta che tra i curriculum presentati dai cacciatori di teste sul tavolo di Draghi e Giavazzi c’è anche qualche manager esterno, esperto della difesa, selezionato per la “short list”. Bono continua a giocare le sue carte, avrebbe ottenuto l’attenzione del Quirinale, ma la partita dovrebbe risolversi in aprile con un rinnovamento totale del vertice. A causa dei dissidi l’assemblea di Fincantieri non è ancora stata convocata. Per questo il comitato nomine e il cda della Cdp oggi non affronteranno questo dossier. Il programma è che se ne riparli nelle sedute previste il 14 o il 20 aprile. Intanto continuerannmo a volare gli stracci.